Ondata di calore, la Fiom: “Più tutele per i lavoratori della zona industriale”

Le alte temperature che stanno interessando Siracusa, determinano una diffusa condizione di disagio lavorativo che occorre attenzionare per tutelare la salute dei lavoratori del Petrolchimico siracusano. A condizioni climatiche esterne, fino a 40° gradi, si aggiungono spesso fattori di stress specifici, come capannoni privi d’isolamento termico e adeguato ricambio d’aria o in postazioni interne alle aree del petrolchimico dove si aggiungono ulteriori sorgenti di calore e umidità. A dichiararlo è la Fiom, sottolineando che in queste condizioni le aziende dell’indotto sfuggono una corretta valutazione del problema, indispensabile per mettere in campo le iniziative necessarie alla tutela della salute dei lavoratori. “Il rischio da calore rientra nell’ambito della valutazione del rischio di cui all’art.28 del D.Lgs. 81/2008, che richiede l’individuazione e l’adozione, da parte del datore di lavoro, di misure di prevenzione e protezione che tengano conto delle mansioni da svolgere, dello sforzo fisico, dei luoghi dove si opera, dell’età dei soggetti interessati, delle eventuali limitazioni e in generale delle caratteristiche di ogni singolo lavoratore, è necessario inoltre attivare, in collaborazione con il MC, una sorveglianza sanitaria specifica, sui fattori individuali che aumentano il rischio di effetti negativi sulla salute, con il supporto di una corretta informazione in modo da condurre il lavoratore a formulare motivata richiesta di sorveglianza sanitaria coma prevista dall’art.41 D.Lgs 81/2008 e s.m.i.” Il sindacato ha dato indicazioni alle proprie strutture di valutare e mettere in campo tutte le iniziative necessarie alla tutela della salute dei lavoratori “registrando spesso un atteggiamento irresponsabile di aziende che “obbligano” il personale ad operare con ritmi lavorativi non adeguati alla situazione di stress a cui sono sottoposti i lavoratori, dimostrando poca considerazione per la salute dei lavoratori”, sottolinea la Fiom. Il sindacato ritiene che insieme ad un’azione ispettiva adeguata, che sanzioni le inadempienze nel rispetto di quanto definito dal D.lgs 81/2008, sia non più rinviabile la sottoscrizione di un protocollo tra Organizzazioni Sindacali, Confindustria, Asp e Inps che definisca un programma di allerta e gestione complessivo del rischio derivante da “avverse condizioni metereologiche” nei luoghi di lavoro ed espliciti in maniera chiara i criteri da adottare. “Inoltre è bene ricordare che le aziende possono fare richiesta di cassa integrazione indipendentemente dalle temperature rilevate quando il datore di lavoro o i suoi delegati ritengano esistere rischi o pericoli per la sicurezza e la salute dei lavoratori, ivi compresi i casi in cui la sospensione sia determinata da temperature eccessive”, conclude la Fiom.