Operai siracusani bloccati a Genova: dall’oggi al domani fuori dal cantiere e senza un soldo
In mezzo ad una controversia tra aziende, 8 operai di Siracusa sono bloccati a Genova. Sono trasfertisti della Tcr Impianti, da settembre impegnati in lavori per la ristrutturazione della centrale termica del Porto Antico della città ligure. Dall’oggi al domani si sono ritrovati fuori dal cantiere. Niente stipendi, vitto e alloggio sospeso, nessuna possibilità di acquistare un biglietto per tornare a casa.
Alla Tcr i lavori erano stati affidati dalla subappaltatrice Logitec di Torino. Questa ultima ditta, però, sarebbe stata poi estromessa dalla committente, la Engie di Roma. Questo il racconto che rimbalza da Genova e ribadito dai lavoratori in protesta.
“Il peso della controversia è caduto su noi operai che siamo l’ultima ruota del carro”, racconta Lino, uno degli 8 siracusani bloccati a Genova. Hanno deciso di presidiare l’ingresso del cantiere, insieme a due colleghi di Salerno ed uno di Messina. E stanno ricevendo la solidarietà degli altri colleghi della centrale.
“Due sere fa ci hanno comunicato che non potevamo entrare più. Il problema è che alla nostra ditta non sono stati ancora versati circa 120mila euro. E senza quelli non c’è stata possibilità di ricevere i nostri stipendi. Noi siamo qui da settembre a lavorare. Solo grazie all’intervento del titolare della Tcr abbiamo quantomeno salvato la possibilità di continuare a dormire nell’albergo che ci ospita da settimane. Ma se non fosse intervenuto lui, ci avevano già messo alla porta”.
Questa mattina, proprio il titolare della Tcr Impianti di Siracusa ha raggiunto Milano insieme ad un legale di fiducia. Hanno raggiunto le sede dell’azienda con cui è sorta la controversia, la Logitec, per cercare una possibile via d’uscita. Gli operai in presidio a Genova attendono, ma senza nutrire troppe speranze. Di certo non hanno intenzione di smobilitare. La protesta continua fino a quando qualcuno, magari la committente, si adopererà per chiarire la situazione. Ma l’ultima considerazione di Lino è amara: “si dice sempre di andare al nord per lavorare, ma mica poi si sta tanto meglio…”.