Operazione "Take Away", la Guardia di Finanza svela una evasione fiscale da 18,4 milioni con truffa
La Guardia di Finanza di Siracusa ha svelato con le sue indagini una ingente truffa ai danni dello Stato. Le verifiche fiscali condotte dalla compagnia di Augusta, approfondite insieme agli uomini della Tenenza di Lentini, hanno portato a scoprire un’organizzazione –
“scientemente strutturata”, spiegano gli investigatori – che attraverso quattro società operanti nel settore della produzione di calzature, avrebbe messo in atto “una sofisticata ed articolata truffa ai danni dell’Inps e dell’Erario”. Individuati anche 62 lavoratori in nero.
In otto (7 imprenditori ed un commercialista) sono stati denunciati, a Lentini e Carlentini, per i reati di estorsione, truffa, associazione per delinquere finalizzata alla truffa, appropriazione indebita, omesso versamento di contributi previdenziali, responsabilità amministrativa degli Enti, reati previsti dalla Legge Fallimentare oltre che per altri reati fiscali.
Dal 2009 al 2011, i soggetti indagati avrebbero “finto” una crisi aziendale e di settore tale da poter garantire, alle società oggetto di indagini, di usufruire dei benefici della cassa integrazione in deroga per tutti i dipendenti. Comparando la documentazione
ottenuta dalla direzione provinciale dell’Inps di Siracusa con le buste paga dei dipendenti
oggetto della cassa integrazione, è stato acclarato che – durante la cassa integrazione – non solo i dipendenti hanno lavorato regolarmente per le società (che hanno omesso il versamento di ritenute Irpef per 734.867 euro e contributi previdenziali per 1.206.819 di euro), ma sono anche stati costretti, sotto il vincolo psicologico di un ingiusto licenziamento, a restituire ai datori di lavoro la cassa integrazione percepita.
Un sistema con cui avrebbero “occultato” ricavi per oltre 7,6 milioni di euro ed oltre 1 milione di euro di Iva.
A conclusione del periodo di cassa integrazione gli amministratori stessi hanno effettuato un licenziamento collettivo dell’intero personale dipendente, procedendo alla richiesta di ulteriori benefici previsti dalla Legge (Legge n. 223/1991).
Le indagini svolte hanno permesso di evidenziare che le erogazioni ottenute (indennità di mobilità per 1.142.869 euro e sgravi contributivi per 103.329 euro, previsti per le imprese che assumono dipendenti attingendo dalle liste di mobilità), sono state anch’esse ottenute indebitamente.
Inoltre, una delle società segnalate, grazie alle false attestazioni rilasciate da un commercialista compiacente, ha richiesto il concordato preventivo al fine di tutelare i propri beni, nonché quelli dei soci, dall’imputazione del reato di bancarotta fraudolenta.
In sintesi, la complessiva attività investigativa ha permesso di rilevare che il danno all’Erario ammonta ad oltre 18,4 milioni di euro, scaturito da elementi positivi di reddito non dichiarati; elementi negativi di reddito indebitamente dedotti; Iva relativa, dovuta e non versata; imposta di registro evasa; maggiore base imponibile Irap sottratta a tassazione; ritenute fiscali e contributi previdenziali non operati e non versati; Cig in deroga ed indennità di mobilità indebitamente percepite.