Criminalità organizzata, la mappa della Dia: in provincia resta salda la pax mafiosa tra clan
Hanno subito una serie di duri colpi dalle forze dell’ordine, che ne hanno ridimensionato l’operatività, ma le organizzazioni criminali siracusani mantengono i loro sodalizi in provincia e le salde alleanze con le consorterie etnee. A dirlo è la Dia, nell’ambito dell’ultima relazione riferita all’ultimo semestre del 2017. Il quadro conferma che il clan Bottaro-Attanasio continua a esercitare il proprio potere a Siracusa, soprattutto attraverso lo spaccio di sostanze stupefacenti e le estorsioni. Solido il legame con il clan catanese Cappello. Il clan Santa Panagia è legato alla famiglia catanese dei Santapaola grazie al gruppo Nardo-Aparo-Trigila.
A dicembre i Nardo hanno subito da parte della Dia di Catania la confisca di un’azienda, per un valore complessivo di circa 5 milioni di euro, riconducibile a un soggetto organico alla famiglia, condannato all’ergastolo per omicidi e associazione di stampo mafioso.
A Cassibile e Pachino restano rispettivamente i clan Linguanti e Giuliano (fortemente legato ai già Cappello di Catania), di cui la Dia ha colto segnali di riorganizzazione.
La Dia evidenzia anche quegli atti intimidatori ai danni di funzionari pubblici, a partire dall’incendio della moglie dell’ex sindaco di Siracusa, Giancarlo Garozzo, le lettere minatorie a Luca Cannata, sindaco di Avola, l’attentato al curatore fallimentare di Pachino. Non attività della criminalità organizzata, ma indicative certamente di un clima ben preciso, che ha coinvolto anche intimidazioni a chi gestisce attività imprenditoriali. Legate alla criminalità organizzata, invece, azioni come le minacce al giornalista Paolo Borrometi per via delle sue inchieste e a un collaboratore di giustizia.