Palazzo Vermexio ‘rimborsa’ finanziamenti di un dipendente, si attiva il Codacons

 Palazzo Vermexio ‘rimborsa’ finanziamenti di un dipendente, si attiva il Codacons

Anche il Codacons, importante associazione che tutela i consumatori, vuol vederci chiaro nell’incredibile storia del Comune di Siracusa chiamato a rimborsare con soldi pubblici i finanziamenti ottenuti – ma non rimborsati – da un suo dipendente. Nei giorni scorsi, il Consiglio comunale è stato chiamato ad approvare il debito fuori bilancio da oltre 286mila euro per ottemperare alla richiesta di una nota società finanziaria. Il vicepresidente regionale del Codacons, l’avvocato Bruno Messina, conferma la richiesta di accesso agli atti inviata a Palazzo Vermexio per ottenere tutta la documentazione relativa all’accaduto. Verosimilmente, il Codacons potrebbe valutare l’avvio di una class action dalle imprevedibili conseguenze anche per la macchina organizzativa e dirigenziale dell’ente pubblico aretuseo.
Dal canto suo, il Comune di Siracusa – in un mix di rabbia e imbarazzo per questa vicenda – starebbe ragionando sulla possibilità di chiedere l’intervento della Corte dei Conti per possibile danno erariale (trattandosi di soldi pubblici, ndr) causato dal dipendente con il suo comportamento. Secondo quanto emerso, peraltro, l’uomo sarebbe già coinvolto in altro procedimento.
Intanto, l’opinione pubblica si interroga sul perchè non sia stato licenziato. Secondo quanto spiegato dagli uffici contattati, non sarebbe stato possibile operare il drastico provvedimento in quanto il dipendente – per quella stessa vicenda, che risale al 2008 – sarebbe stato oggetto di un atto disciplinare: tre mesi di sospensione. E siccome vale il “ne bis in idem” (non si può rispondere due volte dello stesso fatto, ndr), Palazzo Vermexio si sarebbe ritrovato oggi con le mani legate e con la necessità del debito fuori bilancio per la sopravvenuta sentenza della Corte d’Appello. La linea interna della macchina comunale è quella del garantismo, vale a dire che gli eventuali licenziamenti vengono congelati, almeno sino a quando non arriva una sentenza definitiva di condanna. Considerando la lunghezza temporale di un procedimento in tre gradi di giudizio, si comprende come possa trascorre un ampio lasso tra la commissione di determinati atti e la eventuale “reazione” del Comune di Siracusa. Un aspetto su cui, magari, è il caso di valutare dei distinguo.
Questa vicenda davvero particolare risale, come detto, al 2008. Per il mancato pagamento di finanziamenti concessi a due coniugi – lui dipendente comunale – una nota finanziaria ha citato in giudizio Palazzo Vermexio. Viene chiamato a corrispondere in solido il Comune di Siracusa per via della sussistenza del cosiddetto “atto di assenso”. Ma su questo punto, già in primo grado, Palazzo Vermexio ha eccepito la falsità di alcuni documenti e delle firme che sarebbero state apposte. Tant’è che il Tribunale di Siracusa (nel 2021) ha riconosciuto le ragioni dell’ente che contestava l’obbligo in solido al pagamento, “non avendo mai sottoscritto i richiamati contratti di finanziamento, formalmente disconosciuti come riconducibili legalmente all’ente”. In Corte d’Appello a Catania, però, la sentenza è stata riformata con la condanna del Comune di Siracusa, considerato coobbligato al pagamento in solido in favore della finanziaria. Quest’ultima, sulla base della sentenza di appello, ha recentemente avanzato richiesta di pagamento interamente a carico di Palazzo Vermexio: conto da 282.621,74 euro. Il Settore Risorse Umane ed Organizzazione ha diffidato i due coniugi a provvedere tempestivamente al pagamento di quanto disposto in sentenza direttamente al creditore; ad oggi, però, in virtù della sentenza della Corte d’appello, e della richiesta avanzata dalla finanziaria, il Comune di Siracusa è comunque tenuto a dare corso al pagamento del credito erogato e non rimborsato e per il mancato guadagno della società di credito finanziario, nella speranza di una futura rivalsa nei confronti dei co-obbligati in solido.
Tra accuse, documenti disconosciuti e perizie anche psichiatriche, il caso giuridico si presenta realmente complesso e – per certi aspetti – curioso. La vicenda ha creato anche un certo fastidio, comprensibile, nell’opinione pubblica ed anche all’interno del Consiglio comunale. Il caso del debito fuori bilancio, così, è stato trattato a porte chiuse. Ufficialmente per ragioni di privacy dei diretti interessati.
Il pagamento di un debito fuori bilancio riveniente da una sentenza esecutiva deve essere preceduto dall’approvazione da parte del Consiglio comunale. Un atto formale che non esclude l’ammissibilità dell’impugnazione, tant’è che questa storia conoscerà un nuovo capitolo in Cassazione. Nel frattempo, però, le casse pubbliche devono pagare per dei finanziamenti richiesti e concessi ad un dipendente dell’ente.

 

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