Pasti in ritardo a scuola. Celesti: “Ordinazioni partite oltre l’orario, era solo il primo giorno”

Ci sarebbero anche responsabilità delle singole scuole dietro il ritardo nella consegna dei pasti, ieri, giornata di esordio del servizio di refezione scolastica negli istituti comprensivi di Siracusa.
Dopo la protesta a cui ha dato voce il consigliere comunale Ivan Scimonelli, sollecitato in tal senso dai genitori, fortemente rammaricati per il disservizio subito, l’assessore alle Politiche Scolastiche, Teresella Celesti fa il punto della situazione, partendo da una premessa.
“Che quando comincia un servizio con un’azienda nuova possa verificarsi qualche problema- dice l’esponente della giunta Italia- immagino possa essere messo in conto. Ieri era il primo giorno e, secondo quanto appurato, diverse scuole non hanno ordinato i pasti nei tempi previsti. L’orario entro il quale l’ordinazione deve arrivare alla ditta, peraltro tramite un’app, quindi in tempo reale, è fissato per le 09:15, per ragioni per precise. Nonostante il ritardo nella trasmissione da parte di tali istituti, si è voluto procedere consegnando ugualmente i pasti, arrivati, però, evidentemente, in ritardo. Non deve accadere, il sistema deve funzionare bene, fin dal primo passaggio e a partire da oggi, dandoci, insomma, qualche giorno di tempo, tutto dovrebbe entrare a regime”.
L’assessore Celesti sottolinea anche un altro aspetto. “Ieri sono stati preparati 1597 pasti, un numero altissimo, forse mai raggiunto- spiega- Questo conforta l’amministrazione comunale sulla volontà dei genitori di usufruire di un servizio importante anche per l’organizzazione familiare”.
Tornando alle difficoltà riscontrate per il primo giorno di servizio, l’assessore alle Politiche Scolastiche torna sulle ragioni per cui ogni scuola, attraverso dei responsabili che i dirigenti dovranno individuare, debba rispettare gli orari previsti. “Serve anche perché ci sono almeno cento pasti speciali tra quelli da preparare, dunque pasti per bambini celiaci, diabetici, vegani, stranieri che per ragioni religiose non consumano certi cibi. Certamente la ditta deve, dal canto suo, organizzare bene tempi e spostamenti, posto che le scuole a cui consegnare i pasti sono allocate spesso in luoghi distanti tra loro”.
Sulla qualità del cibo somministrato, invece, pare siano arrivati feedback positivi. “Mi dicono le insegnanti che era tutto molto buono- conclude Teresella Celesti- Continueremo a verificare anche questo, che è l’aspetto fondamentale perché la soddisfazione delle famiglie comporti un utilizzo del servizio, con le ricadute positive conseguenti, a casa come nella gestione della vita quotidiana delle famiglie”.