Pedopornografia, il rapporto di Meter: segnalazioni in calo “ma servono più controlli”
Presentato a Pachino il report dell’associazione Meter, da anni in prima linea nella lotta alla pedopornografica. Don Fortunato di Noto ha illustrato i dati relativi al 2018 alla presenza anche di diversi rappresentanti delle forze dell’ordine che con Meter hanno avviato uno stretto rapporto di collaborazione.
Il web rimane un pericoloso canale di propagazione della pedopornografica anche se le segnalazioni inviate al Centro nazionale di contrasto gestito dalla Polizia di Stato si sono ridotte nel 2018 di circa il 50% passando da poco più di 3.000 a 1.780. Ma aumenta la quantità di foto rinvenute tramite il monitoraggio (oltre 3 milioni nel 2018) così come aumentano i video.
I domini con materiale pedopornografico sono sparsi ovunque nel mondo ma è il regno di Tonga (oceania) a detenere il record, seguito dall’isola Guernsey, nel canale della Manica e poi il territorio britannico dell’Oceano Indiano. L’Italia è 15esima.
Sconvolgenti i dettagli sui “gusti” dei cyberpedofili che scelgono – secondo i dati di Meter – foto e video di bambini fra gli 8 e 12 anni, considerati navigatori solitari ed inesperti. Il “materiale” viene poi caricato sulle piattaforme di file sharing che permettono scambi veloci e spesso anonimi attraverso il temuto deep web, il lato oscuro della rete difficile da individuare.
“Il lavoro di monitoraggio sulla pedofilia online rimane sempre argomento ignorato anche dalle forze politiche che non hanno interesse a mettere in agenda ed in prima linea questa importante lotta alla criminalità pedofila”, si legge nel report dell’associazione siracusana. Don Di Noto non molla e rilancia: “quanti hanno responsabilità di vigilanza e di giustizia si attivino affinché non rimanga il silenzio su ciò che accade giornalmente sul web”.