Perchè il parcheggio nuovo è diventato una colata di fango? Scelte e tempistiche poco felici

Tutta colpa della pioggia. A voler semplificare, si potrebbe anche cercare di dare la colpa al destino cinico e baro. Ma se il parcheggio di via Damone ieri, sotto la pioggia, si è trasformato in una colata di fango di certo non è stato per responsabilità di Giove pluvio. Piuttosto, per una serie di scelte e tempistiche poco felici.
Realizzato a servizio della zona commerciale di via Tisia e recentemente inaugurato dopo aver collezionato ritardi su ritardi, era nato pensato in un modo poi per alcuni ritrovamenti archeologici è stato realizzato in un altro.
“Avevo il timore che potesse succedere”, ammette con sorprendente realismo l’assessore alla Mobilità, Enzo Pantano. “L’erba che era stata seminata non ha avuto modo di attecchire e quindi trattenere con le sue radici la terra. Avremmo dovuto tenere chiuso il parcheggio almeno per un altro mese…”. Tempo che però non c’era più, in coda ad una serie di contrattempi che già avevano fatto slittare da marzo ad agosto la sua apertura.
“La ditta che ha eseguito i lavori è stata intanto chiamata per ripulire tutto il fango e ripristinare il riempimento della pavimentazione drenante. Tutto a loro spese, già oggi. Perchè non accada di nuovo, bisognerebbe dare il tempo alla nuova semina di germogliare. Altrimenti, con una nuova pioggia siamo punto e a capo”, aggiunge l’assessore in diretta su FMITALIA.
Parole che rischiano di suonare sorprendenti se non si considerasse un fatto: Palazzo Vermexio avrebbe preferito realizzare il parcheggio con una pavimentazione in asfalto o tutt’al più basole ordinarie. Perchè poi si è allora fatto ricorso alla pavimentazione drenante ed alla terra? “Non è stata una nostra scelta progettuale. In asfalto sarebbe stato più semplice, economico e funzionale. Magari però non avremmo avuto un perfetto drenaggio e avremmo scaricato acqua piovana sulle strade. In ogni caso, si è trattato di una richiesta precisa della Soprintendenza: pavimentazione drenante con erba in mezzo. L’erba però non è nata. Colpa del caldo, della poca acqua, del poco tempo. In piazza Adda, dove abbiamo realizzato un altro spazio simile, non abbiamo avuto di questi problemi…”.