Petrolchimico di Siracusa, chiesta commissione d’indagine dopo servizio di Report

 Petrolchimico di Siracusa, chiesta commissione d’indagine dopo servizio di Report

Dopo l’inchiesta giornalistica di Report dedicata alla zona industriale di Siracusa ed a presunti sversamenti, i deputati regionali Ismaele La Vardera (Controcorrente) e Tiziano Spada (PD) hanno chiesto al presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana Gaetano Galvagno “l’istituzione di una Commissione speciale che indaghi sul petrolchimico di Siracusa, che acquisisca le documentazioni e che senta tutti i soggetti coinvolti” .
Nella puntata del 2 marzo scorso, Report si è soffermata sull’inchiesta incentrata sul depuratore Ias, sequestrato nel 2022 dalla magistratura, e sul Tas di Isab. All’inchiesta della trasmissione condotta da Sigfrido Ranucci, ha replicato ieri proprio l’azienda (clicca qui).
“È evidente che il petrolchimico di Siracusa sia ad un passo da una crisi ambientale e industriale. Le inchieste giornalistiche e le indagini della magistratura hanno portato alla luce un sistema di gestione dalle linee opache e pericolose sia per la salute pubblica che per l’ambiente”, dichiara La Vardera.”Chiaramente è una situazione al limite dove la politica in primis deve chiedere e avere trasparenza, così da aiutare i cittadini di quel territorio”, aggiunge. “Chiederò al governatore Schifani di finanziare uno screening ad ampio raggio sulla popolazione che si trova vicino l’area industriale di Siracusa”, conclude La Vardera.
Intanto, il senatore del Pd Antonio Nicita ha presentato una interrogazione parlamentare rivolta ai ministri dell’Ambiente e del Made in Italy. L’interrogazione riguarda il Tas, l’impianto per il trattamento delle acque di scarico di Isab, il piano di investimenti annunciato da Goi Energy e la provenienza del petrolio di Isab. Chiarimenti saranno chiesti anche in merito al cosiddetto “decreto WhatsApp”, circolato in una prima versione via messaggio con le firme dei ministri Urso e Pichetto Fratin, meno permissiva sui limiti sulle emissioni inquinanti, rispetto a quella pubblicata in Gazzetta sei mesi dopo. “Chiediamo di conoscere quali siano i criteri tecnici che hanno portato al cambiamento del decreto tra la prima e la seconda versione e quale sia stato il tipo di interlocuzione avviata dal governo”, afferma Nicita.

 

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