Burti scopre la svista, per errore stava per finire in vendita piazza Scamporrino
Oltre al Piano triennale delle Opere pubbliche, è stata approvata in Consiglio comunale anche la delibera avente ad oggetto la “Verifica delle aree e dei fabbricati da alienare/cedere per il 2024” (ex art.172 D/L 267/2000), modificata da un emendamento della V Commissione consiliare.
E’ un provvedimento di natura prettamente tecnica, ultimo atto propedeutico all’approvazione del Bilancio di previsione. Serve a verificare la quantità e la qualità di aree e fabbricati da destinarsi alla residenza economica e popolare o alle attività produttive e terziarie, che potranno essere cedute in diritto di superficie, stabilendo il prezzo di cessione per ciascun tipo di area o di fabbricato.
Nel corso del dibattimento, il consigliere di opposizione Cosimo Burti (Fuorisistema) ha sottolineato l’errore contenuto in una delle indicazioni inserite nella delibera. Verificando catastalmente i dati inseriti, Burti ha scoperto che il Comune stava per mettere in vendita…una piazza. Per l’esattezza, piazza Scamporrino poco distante da via Santi Amato. Se la vendita di aree a servizi per favorire l’insediamento di attività produttive è buona prassi delle amministrazioni pubbliche, non può certo estendersi sino alla cessione di una piazza.
Evidenziata e riconosciuta l’errata indicazione, il Consiglio comunale ha approvato l’emendamento soppressivo presentato da Cosimo Burti, eliminando piazza Scamporrino dalla lista di aree a servizi da mettere in vendita. “Oggi l’area che era stata indicata nella delibera è una zona riqualificata e attrezzata in maniera tale da essere soprannominata toponosticamente, inserirla tra le aree da vendere è quindi inopportuno oltre che sbagliato”, chiosa il consigliere.
Come è potuta accadere la svista? “Presumibilmente, la zona era ancora considerata area a servizi pur essendo diventata una piazza già da qualche anno…”.