Pillirina, l’affondo di Emanuele Di Gresy: “Questa politica arreca solo danni a Siracusa”
Come ormai da un decennio buono a questa parte, torna periodicamente ad animare il dibattito pubblico la “vicenda” Pillirina. Nelle ultime ore si sono susseguiti gli interventi e le prese di posizione secondo il clichè che vede contrapposto il mondo ambientalista alla proprietà dei terreni (Elemata) con la politica locale a perorare ora questa, ora quella causa.
Le ultime dichiarazioni, in particolare quelle dell’assessore Fabio Granata e dell’ex presidente del Wwf di Siracusa, Peppe Patti, hanno fatto saltare dalla sedia Emanuele Di Gresy, amministratore di Elemata e proprietario dei terreni su cui si voleva costruire un resort alla Pillirina. “Farneticazioni preelettorali di alcuni locali, i cui commenti ricordano le litanie delle tragedie greche”, le definisce senza citare però apertamente i due personaggi pubblici siracusani. Non li chiama mai per nome, ma li definisce “Gigino e Gigetto”, perchè “salta Gigino e torna Gigetto”, visto che “duettano amabilmente a suon di comunicati”. Quasi come, secondo Di Gresy, fossero quasi in accordo.
“Ancora una volta in cerca di visibilità, dopo aver transitato per quasi tutto l’arco costituzionale, purtroppo ci saranno sempre nuovi soggetti politici ai quali aderire o movimenti da fondare. Saranno in ballo nuove richieste di autorizzazione per campi da tennis in area archeologica, qualche consulenza per questo o quello o chissà quale altro gioco a carambola dietro queste vere e proprie pagliacciate scadenti”, scrive ancora il marchese, quasi a tracciare un sarcastico identikit dei destinatari delle sue parole.
L’impossibilità di raggiungere la Pillirina attraverso lo sbocco 34 e passando attraverso terreni di proprietà di Elemata – su cui ora vigila una guardia privata – è il tema caldo di questi giorni. “Potevano informarsi prima di scrivere castronerie”, continua Di Gresy. “Sarebbe bastato poco per scoprire che il pericolo per l’incolumità
pubblica in quelle aree, è stato dichiarato formalmente e per iscritto, con apposita comunicazione della Capitaneria di Porto, sulla scorta di evidenze condivise con Prefettura area V coordinamento del soccorso pubblico, Vigili del Fuoco, ancora Protezione civile del comune di Siracusa, Dipartimento Ambiente della regione siciliana,
anche con il Consorzio Plemmirio. Su questi ultimi, continueremo a nutrire seri dubbi – prosegue il numero uno di Elemata – in considerazione delle pretese intimate con tanto di diffide, per poter transitare con i loro mezzi sull’area archeologica vincolata, tra gli scavi di Paolo Orsi della necropoli e tra le carraie. Fosse questo il modello di gestione che hanno in mente per la riserva? Speriamo di no, gestori della riserva per vocazione e magari qualche gettone”. E arriva così la nuova accusa, diretta proprio al Consorzio che avrebbe inoltrato note ed un suo rappresentante a Palermo per discutere della istituenda riserva.
“La città è in declino, impoverita, vive una crisi senza precedenti, ve ne rendete conto oppure no?”, contrattacca l’uomo che aveva proposto un investimento milionario nel settore della ricezione turistica di lusso. “Avreste in
mano un gioiello di città che oggi, definire anche solo sporca, è un complimento! Siete riusciti a far scappare Four Seasons, Carlyle, Lend Lease che da sola, con la riqualificazione dell’area ex fiera e Santa Giulia a Milano, ha investito cinque miliardi di euro. Lo avete fatto con la leggerezza di non comprendere i danni che avete causato alla credibilità della destinazione e senza mai neppure avere la capacità di sedervi attorno ad un tavolo e di entrare nel merito. Ancora oggi, ignorate completamente le nostre richieste di entrare nel merito e fare sintesi. State prendendo in giro i siracusani, spiegatelo che invocare l’istituzione di una riserva non corrisponde in nessun caso ad impossessarsi di una proprietà privata. Perché giocate sull’equivoco? Possedete una così bassa considerazione dei siracusani e pensate siano tutti tonti?”.