Pillirina, ricorso al Cga? Elemata: “Pronti a difenderci da tentato esproprio proletario”
Sulla Pillirina continua lo scontro a distanza tra le associazioni ambientaliste, Legambiente e Natura Sicula su tutte, ed Elemata Maddalena. Quest’ultima è la società proprietaria dei terreni su cui avrebbe dovuto sorgere un resort turistico di lusso e che adesso lavora invece per la ristrutturazione dei caseggiati esistenti a Punta della Mola. Dopo l’ultimo pronunciamento del Tar, che non ha accolto il ricorso di Legambiente, ed in previsione del ricorso annunciato al Cga, arriva una nota di Elemata Maddalena quantomeno caustica nei confronti delle associazioni ambientaliste. “Sarebbe maturo il tempo del dialogo nel reale interesse generale ma non vi appartiene questa capacità, siete capaci di esprimere solo dei no processando le intenzioni, non siete all’altezza della storia, della cultura e delle illuminate tradizioni della vostra terra”, si legge nella parte finale del documento che definisce Legambiente e Natura Sicula “soggetti del terzo settore a forte caratterizzazione ideologica e politica che da anni e in maniera platealmente persecutoria insistono nel tentativo di esproprio proletario in danno degli interessi legittimi della scrivente”.
Ricorso al Cga? Nessun problema per Elemata. “Difenderemo in ogni sede i nostri diritti. Abbiamo sostenuto investimenti, non condotto speculazioni. Abbiamo proposto solo occupazione e sviluppo qualificato, opportunità per un territorio meraviglioso che necessita di tutele non di abbandono. Avremmo preferito incontrare interlocutori qualificati per migliorare le nostre proposte, anche alla vigilia dell’ultimo ricorso discusso lo abbiamo fatto proporre ai legali ma evidentemente non ne avete le capacità oltre che l’interesse (…). Se questo servisse per
corroborare le vostre azioni di finta tutela nella proprietà altrui – si legge ancora nella nota della società del marchese De Gresy – sappiate che sarete censurati, esattamente com’è recentemente accaduto alle pretese del Consorzio Plemmirio, paradossali e ridicole, di transitare con propri mezzi sull’area archeologica soggetta vincolo”