Polemica: Capitale della Cultura? “Siracusa non doveva partecipare. Ferrari in gara di 500”
Apprezzato storico dell’arte, Paolo Giansiracusa è nome noto alla cronache culturali siciliane. Note, ad esempio, le sue contrapposizioni con Vittorio Sgarbi sul Caravaggio di Siracusa. In un lungo commento affidato ai social, Giansiracusa ha commentato l’epilogo della candidatura della città di Aretusa quale capitale italiana della cultura per il 2024.
“Non ho alcuna simpatia per i concorsi di questo genere”, avvisa in premessa. “Vince Pesaro e ci si domanda perchè il titolo non sia stato conferito a Siracusa. Ritengo che Siracusa abbia fatto male a intrupparsi in un concorso destinato a città poco conosciute che abbiano bisogno di ottenere un contributo straordinario nell’ambito delle attività culturali”, la posizione dello storico dell’arte. E spiega: “Siracusa è come Roma, Firenze, Venezia, Napoli. Più piccola in termini demografici ma della stessa importanza per la storia e per le emergenze artistiche, architettoniche, archeologiche e naturalistiche del territorio. Vi evito l’elenco dei primati culturali di Siracusa perchè basterebbe fare i nomi di Archimede e Lucia per riempire tutte le caselle dei meriti della città. Siracusa non doveva partecipare perchè, come altri hanno già detto, è capitale da sempre e non le sarebbe servito sicuramente un orpello decorativo da attaccare al medagliere. Siracusa è stata e rimane città capitale! Ciò che le manca è un progetto di rinascita che modifichi il suo aspetto trasandato e sporco, il disordine organizzativo dello spazio urbano, l’abusivismo dilagante in ogni contesto, l’improvvisazione amministrativa e l’assenza totale delle istituzioni in ogni ambito del vivere civile”, l’analisi di Paolo Giansiracusa con un accenno di critica politica. E’ anche vero, però, che Palermo (certo non una piccola cittadina) è stata nel 2018 capitale italiana della cultura. “Non doveva essere chiesto al Ministero della Cultura di riconoscere Siracusa capitale della cultura; la domanda non doveva essere posta al Governo Nazionale ma a noi stessi, auspicando una presa di coscienza collettiva”, chiarisce Giansiracusa che da pochi giorni non è più componente del cda della Fondazione Inda (al suo posto Michele Romano) come anche Manuel Giliberti. Confermati fino alla fine dell’anno il soprintendente Antonio Calbi e l’amministratore delegato Marina Valenzise.
“Non bisogna candidarsi ai concorsi a premi ma bisogna sforzarsi di cambiare, rispettando il cittadino residente, migliorando la qualità della vita, potenziando i servizi di pubblica utilità. Se Siracusa non rinasce come città civile, il patrimonio d’arte e di storia, che emerge in ogni dove, sarà castigato a rimanere in un obitorio buio. Siracusa può competere con Istanbul o Atene, con Roma o Alessandria d’Egitto. E’ una Ferrari che non può e non deve partecipare al raduno delle Cinquecento”, insiste Giansiracusa. Con un invito: “deve mettersi in moto, non può rimanere ferma a dormire sugli allori trascorsi”. N