Ponte Umbertino, un mese dopo il crollo: uno stampo per ricostruire i pezzi distrutti
Un mese dopo il distacco di elementi decorativi dal torrione del ponte Umbertino, inizia lentamente a prendere corpo l’operazione di recupero. Al momento, le transenne delimitano ancora l’area interessa dal cedimento prima e da una maldestra operazione di messa in sicurezza dopo.
Nei giorni scorsi, tecnici del Comune e della Soprintendenza di Siracusa hanno eseguito l’invocato sopralluogo comune per valutare i danni, lo stato degli altri elementi decorativi e decidere il da farsi. Attenzioni concentrate sul torrione “spoglio” e da ricostruire. Utilizzando le parti ancora integre della decorazione rimossa verranno realizzati degli stampi fedeli all’originale in modo da produrre i nuovi elementi da utilizzare per il ripristino del torrione. Per piazzarli, suggerito l’uso di malte con adeguata quantità di legame cementizio ma solo dopo una verifica del sottofondo, non apparso uniforme e di adeguata consistenza.
I tecnici di Comune e Soprintendenza hanno anche analizzato le balaustre del ponte Umbertino, pure queste in cemento, e bisognose di recupero in più punti.
Gli uffici di Palazzo Vermexio si occuperanno della redazione del progetto di intervento e della necessaria quantificazione dei costi. Alla Soprintendenza il compito di sorvegliare sulla qualità e conformità degli interventi, trattandosi di un monumento tutelato. Le tempistiche non sono ancora chiare.
Nel frattempo, è passato il primo mese dal cedimento: era l’11 settembre. Dopo essersi punti a distanza per la gestione dell’emergenza, i due enti pubblici hanno ritrovato la via del dialogo. La Soprintendenza puntò il dito contro il metodo di intervento scelto dal Comune che, dal canto suo, si giustificò con la necessità di intervenire in urgenza per tutelare la salute pubblica. “E’ stato subito di palese evidenza il pericolo incombente e la necessità di rimuovere le modanature pericolanti del torrione nord-ovest, per cui si è proceduto a rimuovere, con mezzi a disposizione, anche gli altri tre lati del cornicione, in conglomerato cementizio non armato, tutti in fase di crollo incipiente. La decisione è stata presa per evitare un aggravamento delle condizioni statiche già labili di quel che rimaneva del cornicione con pericolo per la pubblica incolumità. La causa di tale crollo infatti è addebitabile, principalmente, al fatto che le modanature del torrione in parola, differentemente da quelle degli altri tre torrioni, erano prive di una copertina sommitale in conglomerato cementizio, che si trova invece sopra i cornicioni degli altri tre torrioni e che è realizzata con una forma atta ad allontanare l’acqua piovana dallo spazio fra le modanature e la superficie perimetrale grezza del torrione. Negli anni, mancando tale protezione, l’acqua piovana ha potuto liberamente infiltrarsi sommitalmente nell’intercapedine fra le modanature e la superficie laterale grezza del torrione ed ha determinato il degrado del materiale ivi presente con funzione di legante, causando infine il crollo”, si affrettarono a spiegare i tecnici di Palazzo Vermexio. In città si ironizzò molto per il ricorso ad un autocarro destinato alla rimozione delle auto in sosta.