Precari degli enti pubblici siracusani verso la stabilizzazione: i numeri e le scadenze
La commissione bilancio dell’Ars ha approvato il disegno di legge che prevede la proroga dei precari degli enti locali e della Regione e fissa le modalità per la loro stabilizzazione, che dovrà avvenire comunque entro il 31 dicembre del 2018. Il testo è adesso in Aula per arrivare entro il 31 dicembre alla sua approvazione.
Una vicenda seguita con trepidazione da circa mille lavoratori del siracusano: tanti sono i precari per i quali sta per scattare la tanto attesa stabilizzazione. In particolare, guardando ai soli Comuni, il provvedimento riguarda gli 85 precari di Augusta, i 46 di Sortino, i 29 di Buccheri, i 26 di Buscemi, i 22 di Ferla e i 22 di Palazzolo. Sfilza di 1 per gli altri Comuni, ad eccezione del capoluogo: Siracusa stabilizzerà 35 lavoratori (compresi i 17 ex Pirelli).
Ci sono quei precari assunti dalla Protezione Civile dopo il sisma del 90 più quelli in servizio nelle Asp siciliane, compresa anche quella di Siracusa dove il processo di stabilizzazione è attivo da tempo.
A spiegare nel dettaglio come funzionerà adesso il procedimento di stabilizzazione è il presidente della Commissione Bilancio, Enzo Vinciullo. “La stabilizzazione è automatica attraverso la proroga di fine anno e sarà completa entro il 2018. Per mansioni e stipendi si richiama il tipo di impiego e il monte ore svolto al 31 dicembre 2015, tranne per i Comuni in dissesto per i quali si torna indietro al 2014. Inserita una sorta di multa per i Comuni che potranno stabilizzare ma che non lo faranno”. Le garanzie studiate guardano ben oltre il 2018. “Dopo quella data – dice ancora Vinciullo su Fm Italia – se gli enti pubblici non inseriranno gli ex precari in pianta organica, ci penserà la Resais, agenzia regionale, senza che cambi il posto di lavoro. Resteranno insomma sempre nei Comuni in cui prestano servizio da anni ma cambia il titolare”. Messe a disposizione per le stabilizzazioni e per favorire la fuoriuscita dal bacino risorse pari a 226,7 milioni di euro l’anno per vent’anni, fino al 2038. Soldi che si aggiungeranno ai circa 212 milioni che rappresentano gli stanziamenti per i Comuni e, per il 2019, circa 36 milioni per gli Lsu, oltre 29 milioni per gli ex Pip, 9,4 milioni per i lavoratori dei Cantieri di servizio. In tutto, una spesa da mezzo miliardo di euro a partire dal 2019 che verrà “coperta” dalle nuove entrate previste dall’accordo tra Stato e Regione.