Priolo. I lavoratori della formazione professionale "occupano" il Ciapi. "Niente studenti, niente corsi"
Per i sindacati si è trattato di un’occupazione simbolica. Per il presidente del Ciapi, Egidio Ortisi è stato, invece, “un confronto gentile ed educato tra lavoratori ed ente”. Questa mattina una folta delegazione di lavoratori della Formazione professionale ha raggiunto, comunque, non solo dalla provincia ma anche da Catania e Palermo, il Ciapi di Priolo alla ricerca di risposte sul mancato avvio dei progetti che, per loro, si traduce in una “grave crisi”. Lo spiega il segretario aggiunto della Cisl Scuola Ragusa Siracusa, Patrizia Epaminonda, che con il segretario generale territoriale, Paolo Sanzaro ha incontrato oggi Ortisi. “Il progetto Prometeo, bandito il 20 dicembre del 2013 – ricorda l’esponente del sindacato- avrebbe dovuto collocare 1415 operatori licenziati o sospesi. A loro, secondo un impegno del presidente della Regione, dovevano aggiungersi altri lavoratori con occupazione temporanea e per pochi mesi al Ciapi. E invece niente di tutto questo – prosegue– Questi lavoratori attendono ancora l’avvio dei corsi e quindi restano senza alcun tipo di emolumento da diversi mesi”. Ortisi avrebbe spiegato che la ragione per cui i corsi Prometeo non partono ancora è legata alla mancanza del numero degli studenti previsto. “Abbiamo risposto ad ognuna delle domande poste- spiega il presidente del Ciapi- ed abbiamo spiegato che l’ente si attiene ai bandi e a quanto deciso a Palermo. Possono esserci delle scelte che non necessariamente condividiamo- dice ancora- ma non è a Priolo che vengono assunte. Non è a Priolo, dunque, che possono essere eventualmente modificate”. Per la Cisl “resta difficile capire di chi siano le responsabilità di quanto sta accadendo. Sembra- sostiene Epaminonda- che nel tragitto di competenze tra Palermo e Priolo si siano perduti studenti, decisioni, progetti e quella coscienza rivoluzionaria che voleva cambiare, a parole. Se gli studenti interessati ai corsi dieci mesi fa avessero visto una programmazione territoriale- aggiunge- non si sarebbero ritirati”. Alla politica il sindacato chiede decisioni concrete.