Novantenne ucciso in casa a Priolo, due fermati: forse una rapina degenerata
Sarebbero responsabili della morte di Sebastiano Liottasio, l’anziano ucciso la notte scorsa nella sua abitazione di Priolo. La Squadra Mobile, con il coordinamento del sostituto procuratore Brianese hanno fermato Francesco Garofalo, 26 anni e Angelo Sferrazzo, 42, entrambi priolesi. Gli elementi raccolti a loro carico avrebbero delineato un quadro gravemente indiziario. Un ferro da stiro l’arma del delitto. A fornire dati utili per la ricostruzione di quanto accaduto sono state le immagini raccolte dalle telecamere di videosorveglianza della zona. L’ipotesi è che si sia trattato di una rapina degenerata. La porta di casa, all’arrivo degli inquirenti, era infatti chiusa dall’interno. Il volto dell’anziano insanguinato. Tutto sarebbe accaduto intorno all’una di notte. Garofalo, in base a quanto spiegato questa mattina nel corso della conferenza stampa convocata in questura. si sarebbe avvalso della facoltà di non rispondere, mentre il racconto di Sferrazzo sarebbe risultato inverosimile. Al momento del rinvenimento, l’anziano si trovava supino sul suo letto. All’interno dell’abitazione, una sedia rotta ma nessun altro arredo fuori posto. Tutto era stato riordinato. La Scientifica ha, però, subito notato che qualcosa non quadrava. A dare una mano alle indagini saranno i risultati dell’autopsia disposta sul cadavere di Liottasio. Sarà eseguita domani. E’ verosimile che l’anziano stesse dormendo e sia stato svegliato dai ladri che, nel frattempo, si erano introdotti in casa sua. Profonde, infatti, le ferite al capo.Al termine dei rilievi sono stati apposti i sigilli all’abitazione al piano terra, proprio di fronte al monumento ai caduti.
La vittima viene descritta come un uomo riservato, che trascorreva gran parte del suo tempo seduto davanti all’ingresso di casa.