Processo al teatro classico: incatenano Prometeo, condannato Kratos ma assolta Bia
I soldati Kratos e Bia hanno incatenato Prometeo, eseguendo l’ordine di Zeus per punire il dio che voleva aiutare gli uomini. Hanno commesso un crimine contro l’umanità? Per rispondere di questa accusa, sono stati posti sotto accusa in Agòn, il processo simulato ai protagonisti del dramma classico. Il teatro greco di Siracusa si è trasformato in suggestiva aula di Giustizia, per definire il “caso” seguito dal pubblico che gremito la cavea, ieri sera.
Per la corte di Agòn, presieduta da Margherita Cassano, la prima presidente della Corte Suprema di Cassazione (a latere Daniela Troja, presidente della Corte d’Assise di Trapani ed Ezechia Paolo Reale, penalista e segretario generale del Siracusa Institute), Kratos (l’attore Davide Paganini) è da ritenersi colpevole e per questo è stato condannato alla lettura perpetua de La banalità del Male e Se questo è un uomo. Assolta invece Bia (l’attrice Silvia Valenti) perchè non ha avuto un grado di partecipazione tale da definire la responsabilità penale. Soddisfatta l’accusa di Agòn, ovvero il deputato e già procuratore antimafia, Federico Cafiero De Raho; la difesa della parte civile di Prometeo era affidata al penalista e docente Vittorio Manes; mentre la difesa degli imputati a Francesco Paolo Sisto, viceministro della giustizia. Per la giuria popolare, ovvero gli spettatori, Kratos e Bia erano entrambi da assolvere perchè non avrebbero potuto esimersi dall’ordine ricevuto dal Potere. Così si sono espressi gli spettatori di Agòn, a larga maggioranza, mostrando il cartoncino di cartone: bianco assoluzione, nero condanna.
Agòn è una iniziativa del Siracusa International Institute, in collaborazione con l’Associazione Amici dell’Inda, la Fondazione Inda e la partecipazione dell’Ordine degli avvocati di Siracusa, l’Università di Messina e l’Ordine degli Psicologi della Regione Siciliana.