Pronto soccorso, audio sui social: “Siamo 9 medici, dovremmo essere 25”
Nuova bufera social sul Pronto Soccorso dell’Umberto I di Siracusa. Virale la video denuncia postata da un ragazzo, Vanni il suo nome. Migliaia di visualizzazioni e condivisioni tra Facebook e Instagram. Il “caso” non è nuovo: ore e ore di attesa prima di ricevere assistenza. Ma il fattore di novità è l’audio, attribuito ad una dottoressa in servizio nel reparto di emergenza e registrato a sua insaputa. Un autentico sfogo, con alcuni passaggi che colpiscono e restano impressi: “siamo 9 dovremmo essere almeno 25, nessuno vuole venire a lavorare qui”; e poi ancora “questo reparto è a rischio chiusura imminente”; fino all’accusa “la direzione lo sa e non fa nulla”.
L’autore del video-denuncia è noto anche per la sua passione da film-maker. Raggiunto dalla nostra redazione, ci racconta l’accaduto. “Ho accompagnato mio padre al Pronto Soccorso poco prima delle 18. Ha una storia clinica particolare a causa di alcuni ictus: non parla, non cammina. E’ invalido. Era stato lasciato su di una barella, in codice giallo. Ho richiesto allora attenzione per il suo caso, inseguendo questa dottoressa che faceva la spola tra le varie stanze. Ad un certo, lei stessa ha spalancato le porte del reparto ed è venuta fuori a parlare con noi che eravamo all’esterno. Ed è a quel punto che ho fatto partire la registrazione”, spiega Vanni.
Uno sfogo dettato dalla frustrazione. “Non riusciamo a fronteggiare l’alto flusso. Dovremmo essere 25 (medici, ndr) e siamo 9. Non si presenta nessuno a lavorare in questo posto. Abbiamo denunciato e la direzione se ne frega. Non possiamo continuare così, questo pronto soccorso è a rischio imminente di chiusura. Non ce la facciamo più. Non c’è personale per visitare”. E poi ancora: “Sono pronta ad andarlo a dire dovunque”. Sin qui l’audio registrato.
Vanni spergiura sull’autenticità dello sfogo. “Camice e cartellino, lavora lì al Pronto Soccorso. Possono confermarlo tutti quelli che erano in sala d’attesa con me”. E c’è si dice sicuro di avere anche riconosciuto ed identificato la dottoressa in questione. Secondo alcune indiscrezioni, la stessa professionista sarebbe in procinto di lasciare l’ospedale di Siracusa per lavorare nella sanità privata.
Il problema è nazionale: mancano i medici ospedalieri, sono poco incentivati e le strutture pubbliche sono spesso meno attrattive del settore privato. Il caso dei Pronto Soccorso siciliani in emergenza è più volte finito all’attenzione della Regione, con diverse audizione di Commissione e Sottocommissione Sanità dedicate al tema. Alcune forze politiche – il M5S, con Carlo Gilistro ed il gruppo regionale – hanno suggerito il ricorso ai medici in pensione ed agli specializzandi, fino al termine dell’emergenza dovuta alla carenza nazionale di ospedalieri.
La sofferenza del comparto sanità non è nuova, come spiega il segretario provinciale della Fp Cisl, Daniele Passanisi. “Abbiamo più volte denunciato la situazione, l’ultima durante il nostro focus ad aprile. Era chiaro che con le ferie sarebbero venuti al pettine tutti i nodi. Colpe? Troppo facile additare qualcuno. Diciamo che non guasterebbe l’aumento del tetto di spesa per la provincia di Siracusa. Una decisione – dice il sindacalista – che compete all’assessorato regionale e che metterebbe l’Asp nelle condizioni di procedere con assunzioni nel comparto sanità. Ad oggi, il tetto di spesa per Siracusa è troppo basso rispetto alla popolazione residente”.
Il paventato rischio “chiusura” al momento non trova comunque conferme. Sebbene nessuno possa negare la complessità del momento per la sanità siciliana e, in particolare, per l’ospedale di Siracusa.