Punto nascita all’ospedale di Avola, Ficara: “Riconsiderare la scelta”
Attivare il punto nascita all’ospedale di Avola solo dopo l’assunzione dei medici che servono per il servizio.
La sollecitazione parte dal deputato dei Movimento 5 Stelle Paolo Ficara, che chiede di riconsiderare la scelta, che definisce ostinata.
” Il trasferimento di sanitari disposto da Siracusa ad Avola -motiva il parlamentare pentastellato- ha solo dimostrato quanto corta sia la coperta, con la sospensione delle attività ambulatoriali di ginecologia presso l’ospedale Umberto I di Siracusa”. Ficara interviene così sul caso che ha destato un certo clamore nell’opinione pubblica siracusana. Ieri già il deputato regionale Giorgio Pasqua aveva portato la vicenda all’attenzione dell’Ars.
“Quello che è accaduto, era facile da prevedere vista la già cronica carenza di personale. L’apertura del punto nascita ad Avola ha solo peggiorato una situazione già nota. Quel reparto è sì previsto dalla rete ospedaliera del 2019 – spiega Ficara – ma è un fatto che a Siracusa siano in servizio 9 medici più il primario, su una dotazione di 18: quindi la metà. E se qualcuno va in malattia o in ferie, come in questi giorni, non si riesce a tenere attivo l’ambulatorio dell’ospedale del capoluogo. Non mi stupirei se, a breve, anche l’attività del reparto venisse ridotta. Così è difficile parlare con costrutto pure di nuovo ospedale di Siracusa”.
Per Paolo Ficara curiosa la circostanza – “una coincidenza” – che tutto accada a poche settimane dalle elezioni amministrative nel Comune di Avola. “Chiedo una riflessione seria e serena alla dirigenza dell’Asp di Siracusa e all’assessore regionale Ruggero Razza. Si faccia in modo di reperire in tempi brevi i medici che servono per tenere i reparti aperti, oppure si riveda la scelta di aprire adesso il nuovo punto nascita di Avola. Evidentemente non è il momento buono. E credo che tutti siamo d’accordo sul fatto che la sicurezza di partorienti e bambini venga prima di ogni altra eventuale lettura politico-elettorale. Evitiamo quindi facili strumentalizzazioni elettorali, perché le controindicazioni ricadono poi sui cittadini che chiedono solo servizi appena decenti. Soprattutto in sanità”.