Qualche motivo di ottimismo per credere possibile la costruzione del nuovo ospedale

Dopo un anno, il 2023, trascorso senza sostanziali passi avanti e condotto a strappi tra ricorsi, soldi mancanti e nuove nomine, le speranze di arrivare davvero a posare la prima pietra per il nuovo ospedale di Siracusa si riaccendono improvvise nel 2024. Presto per parlare di strada in discesa, ma con uno sforzo di ottimismo sembra quasi di poter scorgere – in lontananza, per carità – il primo traguardo.
I motivi che sembrano quasi convincere che sia possibile vincere la prevalente disillusione sono diversi e vanno ad incidere sui due principali motivi di ritardo e preoccupazione. Intanto l’aspetto economico. Servono altri 147 milioni oltre ai 200 già messi a disposizione. Tutta colpa di extracosti legati all’aumento delle materie prime ed a sopraggiunte necessità progettuali. Ci sono? Il nuovo manager dell’Asp di Siracusa, Alessandro Caltagirone, ha confermato che il presidente della Regione, Schifani, ha assicurato la disponibilità di 100 milioni di euro per la costruzione del nuovo ospedale di Siracusa. Ne mancano però altri 47 (di milioni) all’appello e potrebbero essere recuperati con ricorso al progetto di finanza o “scommettendo” – nella migliore delle ipotesi – su ribassi di gara tali da rendere comunque sufficiente l’attuale dotazione finanziaria.
C’è poi lo spauracchio ricorsi. Nel giro di poche settimane, però, la struttura commissariale per la costruzione del nuovo ospedale ha incassato dal Tar un paio di pronunciamenti positivi. Prima sugli espropri di terreni per pubblica utilità e più recentemente sul ricorso contro la revoca e decadenza dall’affidamento della progettazione definitiva ed esecutiva dei lavori di costruzione del nuovo ospedale di Siracusa, presentato dal R.T.P. costituito dallo Studio Plicchi in qualità di capogruppo mandataria con Milan ingegneria spa, Areatecnica srl a socio unico, Sering ingegneria srl, Ava arquitectura tecnica y gestion sl. Il Tar di Catania non ha accolto il ricorso ed ha anzi definito “in linea con una corretta gestione” il comportamento complessivo tenuto dalla struttura commissariale, nel corso dello svolgimento anticipato delle prestazioni dedotte nella procedura di affidamento e nelle more della stipulazione del contratto.
Senza la spada di Damocle di quel ricorso pendente, con un commissario straordinario in sella dopo mesi di vacatio e con rassicurazioni autorevoli sulle somme disponibili (che dovrebbero però finire prima o poi in un decreto di finanziamento), può partire il conto alla rovescia: sessanta giorni per il progetto esecutivo.