Questo Siracusa fa innamorare, squadra vera dal cuore (azzurro) grande
Se c’è un’immagine che più di altre descrive e racconta l’entusiasmo attorno al Siracusa, non è l’esultanza di Alma o quella di Biccio Arcidiacono che con i loro gol hanno steso il Sant’Agata, riportando i leoni in vetta alla classifica. L’immagine più bella è quella marea azzurra che riempie e colora piazza Cuella, all’uscita del vecchio De Simone.
Tifosi veri e sani che fanno festa con la squadra, al termine di una partita che vale la decima vittoria consecutiva (undici contando anche Lamezia, ndr) e certifica lo stato di salute di Benassi e compagni.
Nelle ultime due partite giocate al De Simone, sono stati poco più di settemila gli spettatori paganti, abbonati inclusi. Numeri che da anni non si registravano a Siracusa.
Certo, vincere aiuta e il primato pure. Ma la verità è anche un’altra: questa squadra ha fatto tornare la passione. Perchè se giochi sempre col cuore – una volta si diceva “per la maglia” – i tifosi se ne accorgono e “corrono” insieme alla squadra. Cacciola ha i suoi meriti: ha dato un’impronta offensiva alla squadra, una manovra tra le le più efficaci del girone. Carattere e mentalità vincente – intesa come volontà di provare sempre a vincere, che accada o meno – fanno il resto. Il 3-2 con il Licata, d’altronde, dice bene di come questa squadra abbia un cuore che sostiene le gambe, quando anche sono molle.
Domenica c’è la trasferta di Ragusa, ennesimo crocevia di una stagione in cui il Siracusa è diventato protagonista prima del previsto. Il Trapani viaggia con i favori del pronostico e la Vibonese non la si scopre certo oggi. Tra le due big annunciate, il Siracusa è autentica sorpresa che però a pieno titolo, adesso, insidia i sonni che le due protagoniste annunciate ritenevano più tranquilli. Ecco, tra due settimane c’è lo scontro diretto tra gli azzurri ed il Trapani. Si giocherà al De Simone e mentre da sponda azzurra cresca la voglia di confrontarsi con la corazzata del presidente Antonini, a Trapani sembra emergere un certo nervosismo. Le risposte scomposte all’intervista del presidente della Vibonese, gli acquisti compulsivi per arricchire un organico già ricco di suo come fosse una collezione di figurine, il dirigente “esonerato”. Una squadra “serena” e convinta dei suoi mezzi si muove, solitamente, in modo diverso.
Il peso del dovere vincere a tutti i costi stanca ed è un boomerang di cui, per fortuna, il Siracusa del presidente Ricci non è destinatario. Gli azzurri non si vogliono mangiare tutti: giocano, si divertono e fanno innamorare i tifosi. Poi, a fine stagione, si faranno i conti. Intano correre, cuore sempre. Meglio se azzurro.