Racket, poche denunce: "criminalità a prezzi da saldo; pagare meno per far pagare tutti"

 Racket, poche denunce: "criminalità a prezzi da saldo; pagare meno per far pagare tutti"

Il racket delle estorsioni ha rialzato la testa. Recenti episodi a Siracusa lo confermano e la bomba carta contro la tabaccheria di via Piave, di proprietà di due dirigenti dell’anti-racket che notoriamente non avrebbero mai pagato il pizzo. Segnale inequivocabile e preoccupante.
Come preoccupante è anche il fatto che nessuno o quasi denuncia più l’estorsione. Prima della pandemia, in tutta la provincia di Siracusa, erano appena 4 o 5 le denunce. Poche e sempre presentate dalle associazioni antiracket. “Poco, troppo poco”, scuote la testa Paolo Caligiore il coordinatore provinciale della Federazione Antiracket. “Il fatto è che la delinquenza ha abbassato di molto i prezzi. Paradossalmente, il racket oggi è diventato concorrenziale”, spiega. “Magari oggi vengono estorti 2 o 300 euro al mese, anzichè diverse migliaia di euro. E’ cambiata la tecnica degli estortori e può essere riassunta nella frase pagare meno, pagare tutti. E purtroppo temo stia funzionando”, aggiunge ancora Paolo Caligiore.
Come dire niente denunce perchè buona parte dei commercianti della provincia di Siracusa preferisce, alla fine, pagare il pizzo pur di non avere problemi. Ma perchè non si denuncia? “Bella domanda. E’ difficile da comprendere. Io ho denunciato anche quando non c’erano gli aiuti dello Stato e le attenzioni di oggi. C’è in generale senso di sfiducia perchè i tempi della giustizia sono lunghi”, la versione di Caligiore.
Proviamo, allora, a ribaltare il quesito: perchè si dovrebbe denunciare? “Perchè conviene, economicamente e moralmente. Cosa ci mettono queste persone nel lavoro quotidiano di un commerciante? E poi, con quei soldi dati al racket si diventa finanziatori della criminalità e delle sue azioni delinquenziali. Non credo che le persone perbene vogliano essere considerate soci della mafia. Poi vengono e ti impongono di assumere Tizio o Caio, di vendere quel prodotto e non quell’altro. Ti tolgono la libertà e persino la tua stessa attività, frutto dei sacrifici di una vita. Denunciando si pone fine a tutto questo. Nessuno è lasciato solo, lo Stato c’è e le associazioni antiracket pure”.

 

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