Relazioni, perizie, opinioni: ma il teatro greco come sta? Due studi per i dati definitivi
Ma esattamente, il teatro greco di Siracusa come sta? Al di là di perizie e valutazioni più o meno autorevoli, è finalmente arrivato il momento della scienza per scrivere una parola definitiva su una querelle che ha finito per sconfinare in interessi di parte e contrapposizioni.
Il Parco Archeologico diretto da Carmelo Bennardo ha affidato nelle settimane scorse due distinti studi per verificare lo stato di conservazione del teatro greco. Una campagna di indagini finalizzate a determinare “il livello di vulnerabilità all’uso” e “la compatibilità del bene culturale (…) con la pressione antropica che sullo stesso viene esercitata”.
Per ottenere queste informazioni su cui basare ogni futura scelta, è stato conferito l’incarico al Dipartimento Scienze e Vita dell’Università di Trieste, guidato dal professore Guidalberto Manfioletti. Il compito di questa equipe scientifica è quello di individuare e conoscere in dettaglio i “tipi di degrado delle superfici nonchè la loro caratterizzazione”.
La direzione del Parco Archeologico di Siracusa ha anche commissionato uno studio delle morfologie delle alterazioni delle superfici lapidee del teatro greco. Un’analisi che passa dalla caratterizzazione minero-petrografica e fisico-meccanica della roccia del Temenite, su cui il monumento è scavato. Dati che permetteranno una valutazione analitica dell’entità del degrado dei materiali e la definizione dei processi chimici, fisici e meccanici che lo regolano.
Gli studi sono già stati avviati in loco e, come confermano dal Parco Archeologico, non necessitano dello smontaggio delle impalcature protettive posate su parte del teatro greco. I dati saranno disponibili, verosimilmente, per l’inizio del nuovo anno.