Restaurare il Pantheon di Siracusa, si muove anche il Ministero della Difesa

Sembrano esserci buone notizie all’orizzonte per il Pantheon di Siracusa. Le condizioni del sacrario, di proprietà comunale, non sono delle migliori. Intonaci staccati, ferri a vista, reti di contenimento all’interno e primi segni di infiltrazioni di acqua piovana. Nulla di strano per un monumento edificato a partire dal 1919 su progetto dell’architetto Gaetano Rapisardi che fece largo ricorso alla novità dell’epoca, il cemento armato. Ma un secolo dopo, quel materiale presenta inevitabilmente il conto.
Nei giorni scorsi, sono arrivati a Siracusa alcuni ispettori inviati dal Ministero della Difesa per verificare le condizioni del Pantheon (Parrocchia di San Tommaso Apostolo al Pantheon) e mettere mano al progetto di riqualificazione. Ad accompagnarli anche i tecnici comunali, il parroco don Massimo Di Natale ed il delegato Neapolis, Giovanni Di Lorenzo. Si tratta del primo passo ufficiale dell’iter congiunto di manutenzione e restauro, ormai necessario.
Il Pantheon di Siracusa, con al suo interno l’ossario in cui sono sepolti i soldati siracusani periti al fronte della cosiddetta “Grande Guerra” e la caratteristica pianta circolare con torretta campanaria, è stato protagonista dell’ultima edizione delle Giornate di Primavera del Fai.