Rientrano in Sicilia i lavoratori siracusani bloccati a Villa San Giovanni: "ora quarantena"
Si sono imbarcati nella tarda mattinata i lavoratori siracusani bloccati da ieri sera a Villa San Giovanni. Tra le nuove disposizioni che “chiudono” la Sicilia e le norme di prevenzione del contagio da covid-19, si erano visti negata la possibilità di traghettare lo Stretto per fare rientro a casa.
Erano partiti dalla Lombardia, dalla provincia di Pavia, dove erano impegnati nella ricostruzione dello stabilimento di San Nazzaro de’ Burgondi, andato in fiamme lo scorso anno. Distribuiti a bordo di tre furgoni da nove posti, per garantire un’adeguata distanza gli uni dagli altri, e dotati di autodichiarazione, si erano messi in marcia alle 4 di martedì. L’azienda ha infatti comunicato che l’attività è sospesa e riprenderà a pieno regime quando la situazione si sarà normalizzata.
Per i lavoratori fuori sede, quindi, è stato disposto il rientro nei rispettivi domicili. Il siracusano Pino, uno dei 9, ci racconta dell’odissea che hanno vissuto. “Abbiamo avviato tutte le procedure, come previsto dalla legge- spiega- le comunicazioni regolari, le registrazioni, la trasmissione, da parte dell’azienda, dell’elenco dei nominativi di quanti sono destinati al rientro a casa. Abbiamo fatto 1.500 chilometri senza alcun problema. Una volta arrivati a Villa San Giovanni, però, l’azienda che gestisce i percorsi in traghetto per raggiungere la Sicilia, ci ha negato a lungo la possibilità di fare i biglietti. Nessuna spiegazione ci viene fornita su quello che dovremmo fare per poter tornare a casa. Il problema è paradossale e risiede nel tipo di mezzo che utilizziamo. Il furgone a nove posti, sebbene con sole tre persone dentro, a quanto pare, non può passare. Passano, tuttavia, le auto con cinque persone a bordo o i mezzi di trasporto promiscuo”.
Evidente la stanchezza dei lavoratori che hanno passato la notte nella speranza di poter attraversare lo Stretto. “Ci era stato addirittura consigliato di lasciare i mezzi e di traghettare a piedi. Ipotesi assurda, perchè una volta a Messina non sapremmo come muoverci e paradossalmente, nel caso in cui avessimo il virus sarebbe ancora più rischioso per tutti”.
Dopo fitte interlocuzioni, è finalmente arrivato il via libera per il loro rientro in Sicilia. “Alcuni di noi sono diretti a Siracusa, altri a Gela. Ci sono colleghi che devono tornare ad Augusta, a Palazzolo. Siamo in contatto con i nostri medici ed abbiamo organizzato le nostre quarantene. Io andrò in villetta, isolato, senza contatti con la mia famiglia. Gli altri faranno altrettanto. Ci atterremo scrupolosamente alle indicazioni. Però pensate che abbiamo attraversato tutta Italia e non ci ha fermato nessuno per un controllo. Mentre eravamo fermi a Villa San Giovanni, abbiamo continuato a misurarci la temperatura per scrupolo. Godiamo di ottima salute, ma con una stanchezza addosso che aumenta minuto dopo minuto. Presto sarà finita”.