Rifiuti, il tema degli incentivi al cittadino. Foti: “Più sconti per chi differenzia bene”

Per incentivare e sostenere chi la differenziata la fa per davvero, l’ex assessore comunale Alfredo Foti propone modifiche al regolamento Tari. L’idea è funzionale: “migliorare le premialità, per favorire chi conferisce bene e in maniera corretta”. Più sconti, insomma, per i cittadini virtuosi.
“Non bastano proclami ed annunci. Più volte nelle scorse consiliature, diversi consiglieri comunali, sono intervenuti per perorare la causa delle premialità da inserire nel regolamento Tari, a vantaggio di chi conferendo spontaneamente nei centri comunali di raccolta, raggiungesse un determinato peso di rifiuti differenziati. La riduzione della parte variabile della tariffa dal 20% al 40% è però troppo poco, non basta”, spiega Alfredo Foti. All’epoca si era in effetti parlato di un primo segnale per avviare una pratica virtuosa in collegamento diretto tra amministrazione e cittadino. “A distanza di otto anni, non mi sembra che si siano fatti significativi passi avanti sul fronte delle premialità e della riduzione in generale della tassazione. Se non introdurremo maggiori agevolazioni e sconti per i cittadini che differenziano bene, e conferiscono nei centri comunali di raccolta, la raccolta, il trasporto e lo smaltimento della frazione indifferenziata, anche in presenza dei termovalorizzatori, costituiranno sempre una voce di costo talmente elevata da neutralizzare qualsiasi benefit. Costringendo tutti a continuare a pagare una tassa sui rifiuti onerosa, passeggiando in una città piena di cumuli di rifiuti, e non vi sarà porta a porta che regga”.
Per ottenere maggiori sconti per il cittadino che differenzia bene vi sarebbe lo strumento della tariffazione puntuale, pure previsto dall’attuale servizio ma mai attivato. La tariffazione puntuale prevede che, attraverso la lettura della qualità dei conferimenti di ciascuna utenza – segnata da un codice già presente sui mastelli – si applichino sconti a chi fa una buona differenziata. Il mancato allineamento dei dati dell’ufficio tributi con quello dell’igiene urbana rende però sino ad oggi inapplicabile quello strumento, già utilizzato (anche con tessera sanitaria) in molte altre realtà italiane.