Rischio Ebola con i flussi migratori? Lo specialista: "Eventualità nulla per Siracusa e Augusta"
Siracusa e Augusta, terre di sbarchi per eccellenza: hanno accolto – e continuano ad accogliere – migliaia di migranti. Stranieri in arrivo da varie zone dell’Africa, nei giorni in cui in Europa è scattato l’allarme Ebola.
E in tanti si erano convinti che il siracusano facesse parte di quelle zone geograficamente più esposte all’importazione del pericoloso virus. A smentire queste voci è il dottore Gaetano Scifo, direttore dell’Unità operativa complessa di Malattie infettive dell’ospedale Umberto I di Siracusa. “In questo momento – spiega – è importante tranquillizzare i cittadini siracusani, e siciliani più in generale, perché il rischio Ebola è davvero bassissimo. Certo – aggiunge – è giusto che l’autorità sanitaria si muova, come sta facendo, per predisporre un piano in grado di azione, ma è necessario fare chiarezza. Quella dichiarazione intempestiva che additava le terre di sbarchi come zone più a rischio per il contagio è infatti anche stata smentita ufficialmente dall’associazione di infettivologi italiani che hanno precisato come la possibilità che con i flussi migratori giunga a Siracusa o Augusta un malato di Ebola, sintomatico o asintomatico, sfiori lo 0%. E la spiegazione è chiara: i focolai di infezione sono infatti concentrati in Guinea, Sierra Leone e Liberia da dove non si muove nessuno verso la Libia per poi approdare sulle nostre coste. E anche se questo avvenisse, bisogna considerare che l’Ebola ha un periodo di incubazione che va dai 2 ai 21 giorni, in un periodo medio che oscilla tra gli 8 e i 10 giorni. Visti i tempi necessari per giungere in Libia, un ipotetico malato non farebbe insomma in tempo a toccare la sua meta perché morirebbe, è triste dirlo, prima. Certo – conclude Scifo- laddove dovesse registrarsi un caso di Ebola in Libia allora il rischio di contagio aumenterebbe. Ma per il momento non è così e dunque non possiamo che stare tranquilli”.