Salta la seduta di Consiglio comunale, si spacca la maggioranza e cade il numero legale

Cade il numero legale e il consiglio comunale di Siracusa tornerà a riunirsi domani alle 10 in seconda convocazione. Lo stop ai lavori è stato dovuto alla caduta del numero legale mentre erano in discussione gli emendamenti al regolamento sulle strutture del commiato proposto dal settore Servizi cimiteriali. Si tratta degli spazi in cui svolgere tutte quelle attività che seguono il decesso delle persone, qualora non si volessero eseguire in casa, e in cui tenere anche la camera ardente. La questione è disciplinata dalle leggi nazionale e regionale ma il Comune non dispone ancora di uno specifico regolamento nonostante quello di polizia mortuaria sia stato aggiornato due anni fa.
Il Consiglio è stato sciolto dal presidente Alessandro Di Mauro dopo due ore circa di confronto. Si tornerà in aula domani alle 10 anche per affrontare altri 4 punti all’ordine del giorno. Sono dedicati: alle aree di emergenza di protezione civile, ai debiti fuori bilancio, al parco di via Padova e alla rappresentanza di genere nelle giunte comunali.
“Oggi in aula abbiamo assistito a un brutto teatrino, che ha portato alla caduta del numero legale e al rinvio della seduta del Consiglio comunale a domani. La decisione dei consiglieri dell’MPA, e di quelli appartenenti alla lista ad esso collegata, di abbandonare l’aula, per contestare le decisioni dei consiglieri di riferimento della lista del Sindaco Italia di votare contro l’emendamento del consigliere Cavarra, è una decisione che offende la democrazia ancor più che lo stesso era relativo ad un tema, quale è quello sul regolamento sulle strutture del commiato, certamente non di rilevanza dinanzi alle complesse problematiche della città”. Paolo Cavallaro, consigliere comunale di Fratelli d’Italia, commenta così quanto accaduto questa mattina in consiglio. “Utilizzare l’aula per regolamento di conti interni alla maggioranza è una scelta sbagliata che, oltre che pesare sulle casse comunali, va nella direzione di indebolire ancora di più l’immagine della politica dentro le istituzioni, soprattutto in tempi in cui le recenti alluvioni richiedono scelte di governo serie e responsabili”, conclude Cavallaro.