Sanità e fondi Pnrr, focus su Siracusa: la richiesta, “un ospedale di comunità in più”

 Sanità e fondi Pnrr, focus su Siracusa: la richiesta, “un ospedale di comunità in più”

Oggi in commissione Sanità dell’Ars analisi del piano di interventi previsti con gli 800 milioni del Pnrr. Focus sulla provincia di Siracusa per la quale sono state annunciate 12 case di comunità, 4 centri operativi territoriali e 3 ospedali di comunità. I deputati regionali hanno ascoltato le relazioni dell’assessore Ruggero Razza e del dg dell’Asp di Siracusa, Salvatore Lucio Ficarra. Criteri e linee guida utilizzati sono stati presentati in dettaglio, prima delle osservazioni dei parlamentari regionali aretusei.
Rossana Cannata (FdI) ha chiesto di aumentare gli ospedali di comunità, “in particolare nella zona Sud, con la sua collocazione nella struttura di contrada Cozzi a Pachino, e nella zona montana, nei locali di Palazzolo, Buccheri o delle altre comunità. L’assessore regionale della Salute, Ruggero Razza, ha dato la disponibilità a verificare e approfondire la pianificazione, assicurando la meritata attenzione che il territorio siracusano reclama”.
Il deputato regionale Giorgio Pasqua (M5S) ha si evidenziato i problemi della zona montana ma anche la necessità di apparecchiature medicali per l’ospedale di Lentini. “La provincia di Siracusa ha bisogno di un quarto ospedale di comunità che si aggiunga ai tre già previsti dal Pnrr. Una struttura necessaria per sopperire alla mancanza di posti letto a bassa intensità, così da evitare che si ripeta quello che è successo nelle scorse settimane, con i pronto soccorso intasati. Valutate con i sindaci, fatelo dove volete, ma fatelo”, la richiesta di Pasqua. “Il piano è complessivamente apprezzabile – ha aggiunto – ma serve una struttura in più e l’assessore Razza si è detto disponibile a prendere in considerazione l’aggiunta di un quarto ospedale di comunità. Razza ha risposto che ‘il territorio ne ha necessità’. Infatti in provincia di Siracusa l’incidenza di posti letto affidati ai privati è circa il 28% sul totale, mentre nel resto della Sicilia è del 18%. Sapendo che i privati, tendenzialmente, accolgono pazienti acuti, ad alto rendimento, rimane poi in capo agli ospedali pubblici dover assistere chi ha bisogno di ricovero a bassa intensità, intasando così i pochi posti rimasti. Dove fare il quarto ospedale di comunità? Ci sarebbe a Pachino una struttura già pronta, in fase di ristrutturazione e riqualificazione energetica, ma non dimentichiamo che anche la zona montana ha problemi, in quanto Palazzolo, Buscemi, Buccheri, Ferla e Cassaro si troverebbero distanti dall’ospedale di comunità di Siracusa. Quindi ogni valutazione va fatta insieme ai sindaci dei territori interessati e Razza oggi ha lasciato aperto uno spiraglio anche su questo. Alla zona montana, inoltre, servirebbe un’ulteriore casa di comunità”.
“Ho chiesto poi al direttore generale dell’Asp di Siracusa, Ficarra – ha aggiunto Pasqua – rassicurazioni su grandi apparecchiature che sono necessarie all’ospedale di Lentini, cioè una seconda Tac, di ultima generazione, e una risonanza magnetica, per completare il percorso di questo ospedale verso la classificazione in Dea di I livello, cosa che ho chiesto all’assessore motivando con il crescente numero di pazienti provenienti da altre province. Il direttore ha riferito che quelle due apparecchiature saranno disponibili grazie ad altre fonti di finanziamento e l’assessore Razza, comprendendo l’allarme da me lanciato, ha chiesto al direttore una relazione sulle grandi apparecchiature. Ritengo che oggi sia stato svolto un buon lavoro al servizio dei cittadini della provincia di Siracusa”, conclude Pasqua.
La deputata regionale Daniela Ternullo (FI) si è detta “fiera della realizzazione e adeguamento della casa di comunità a Melilli che sorgerà presso la struttura denominata Ospedaletto. Era una richiesta che da tempo rappresentavo al direttore generale dell’Asp, Lucio Ficarra, e finalmente sarà operativa. Ne sorgerà una anche a Rosolini, che servirà anche le zone di Pachino e Portopalo. Cosi come ad Avola, Francofonte, Floridia e Siracusa. Ciò che però rappresenta una essenziale necessità per tutto il comprensorio – continua Ternullo – è che il Trigona di Noto sia inquadrato come ospedale di primo livello. È una richiesta che ho manifestato con varie interpellanze e interrogazioni in questi anni e che oggi, ho ribadito all’assessore Razza. Da parte sua – conclude la deputata di Forza Italia – si è impegnato ufficialmente a predisporre un tavolo tecnico sul Trigona, per il quale ho chiesto alla presidente di Commissione di calendarizzare la convocazione con urgenza”.
Sintetizza i risultati raggiunti Giovanni Cafeo: “Un ospedale di comunità a Pachino ed una casa di comunità per la zona montana”. Per il deputato regionale leghista “siamo riusciti ad ottenere una quota maggiore di risorse per il territorio siracusano, stornandole da quelle che erano previste per Catania. La situazione nella zona sud e montana della provincia richiedeva uno sforzo perché non si possono lasciare intere comunità senza assistenza; allo stesso tempo, siamo riusciti ad avere l’impegno del Governo regionale per incrementare la strumentazione sanitaria”.
Il deputato regionale ha ricordato all’assessore alla Salute le criticità emerse negli ultimi mesi a Pachino dove non esiste un servizio di assistenza medica notturna ed ora, dopo l’allarme lanciato dal sindaco, anche il Pte è a rischio per carenza di medici.
“La zona sud della provincia di Siracusa è fortemente penalizzata, i pazienti di Pachino o Portopalo devono percorrere circa 40 km per arrivare all’ospedale di Avola. L’ospedale di comunità è un risultato importante perché aumenta l’offerta sanitaria, garantita da 20 posti letto, ed allo stesso tempo consente di alleggerire il peso sul Di Maria di Avola. Anche la casa di comunità riservata alla zona montana – conclude Cafeo – avrà una funzione fondamentale per evitare di sovraccaricare la rete ospedaliera. È fondamentale, sotto questo aspetto, promuovere la medicina territoriale, del resto la pandemia ha fatto emergere i limiti di una sanità centralizzata”.

 

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