Santa Lucia è finalmente tra la sua gente, “bentornata a casa”

 Santa Lucia è finalmente tra la sua gente, “bentornata a casa”

Una giornata storica, Un’emozione collettiva. Dieci anni dopo, Siracusa torna ad accogliere il corpo di Santa Lucia arrivato da Venezia dopo un viaggio più lungo del previsto. Tutta colpa della nebbia che, di primo mattino, ha rinviato di diverse ore la partenza da Sigonella del velivolo dell’Aeronautica Militare.
Ma l’attesa viene ripagata dall’intensità emotiva che comunque regala l’evento, atteso dall’intera comunità all’indomani della festa del tredici dicembre.
Poco dopo le 16, l’elicottero della Polizia di Stato atterra sulla pista del distaccamento Aeronautica di via Elorina. Prima, però, compie un ampio giro sopra Siracusa e – come rivelerà poi l’equipaggio – quella marea umana in attesa al Santuario e in piazza Santa Lucia non lascia indifferenti.
Pochi minuti di sosta all’interno della base militare, poi il viaggio continua verso la basilica mariana che custodisce il quadretto miracoloso di Maria.
All’arrivo del corpo, posizionato tra mille cautele sul fercolo arrivato da Augusta, c’è chi è sopraffatto dall’emozione e non trattiene le lacrime. Ma sono soprattutto generosi sorrisi ad illuminare i volti dei circa 3200 fedeli che hanno potuto avere accesso alla basilica.
La cerimonia è solenne e vede concelebrare l’arcivescovo di Siracusa, Francesco Lomanto, e il Patriarca di Venezia, Francesco Moraglia. L’ingresso della teca è accolto da un applauso timido quanto spontaneo, poi sempre più convinto e fragoroso. La preziosa reliquia viene posizionata con cura sull’altare, rialzata ed in vista. Il sindaco di Siracusa subito interpreta il sentimento diffuso e gli dà voce: “bentornata a casa, Lucia”, dice nel suo saluto.
Tocca poi all’arcivescovo Lomanto che ringrazia la Chiesa veneziana ed il suo Patriarca per “il dono grande” della traslazione del corpo di Lucia a Siracusa, dopo la visita del 2004 e quella del 2014. La Patrona è “senso dell’identità collettiva” e la nutrita partecipazione di popolo “è segno di una devozione mai interrotta”, sottolinea monsignor Lomanto. L’arcivescovo ricorda il ruolo dei suoi predecessori ed in particolare dell’arcivescovo emerito mons. Costanzo il cui lavoro fu insostituibile nel riuscire a coronare il sogno di avere il corpo di Santa Lucia a Siracusa.
Poi dona una riproduzione del frontespizio del sepolcro di Santa Lucia con la raffigurazione del seppellimento del Caravaggio al patriarca Moraglia.
Proprio il pastore della Chiesa veneziana prende quindi la parola per l’omelia. Nel corso del suo intervento, invita a “stare dalla parte della luce, essere trasparenti” come Santa Lucia. Una testimone di fede che proprio “nella sua fedeltà al Signore, oggi splende come immagine femminile della Chiesa”, dice Moraglia, riconoscendo il ruolo della Santa siracusana, martire e testimone di fede e speranza. Di lei “colpisce la forza e la determinazione della fede”. In una parola, “il coraggio”.
Al termine della celebrazione, poco prima delle 20.30, la teca lascia il Santuario mariano e, tra due ali di folla, raggiunge la basilica della Borgata sul fercolo del Sacro Cuore di Augusta.
Il tragitto è breve però l’affetto è tanto. E allora il passo è lento, in modo da permettere a chiunque di carezzare anche solo con lo sguardo quel piccolo corpo che da otto secoli viene custodito a Venezia, in una storia lunga più di 1.200 anni.
La Chiesa è colma e tracima affetto. Si avverte proprio quell’atmosfera che altro non è se non genuina e pura emozione. Neanche la fastidiosa umidità esterna la piega o fiacca. Prova ne è l’accoglienza all’ingresso, tra fazzoletti bianchi e – finalmente libero dai lacci della solennità – quel “sarausana jè” che svuota i polmoni ma riempie i cuori. E che oggi, forse, ha ancora più senso e ragione.
Stasera Lucia è a Siracusa, con la sua gente. Lo sarà per giorni e – come dono di Natale – poi in Cattedrale.

Foto di #antoniostellafotografia.

 

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