Sergio, disoccupato con 13 lauree. “Datemi un lavoro, sono una risorsa”

 Sergio, disoccupato con 13 lauree. “Datemi un lavoro, sono una risorsa”

Ha conseguito 13 lauree, l’ultima pochi giorni fa ma non riesce a trovare un lavoro.
A 57 anni, Sergio Carpinteri sopravvive grazie all’aiuto della Caritas e di qualche amico.
Una situazione paradossale, dalla quale Sergio, che vive a Canicattini, non riesce ad uscire nonostante numerosi- racconta- tentativi compiuti nel tempo.
Oggi lancia un appello: “Voglio lavorare- dice- ho acquisito conoscenze e competenze nel settore dei Beni Culturali, tali da poter essere sicuramente utile. Mettetemi alla prova”.
“In un anno ho preso due lauree- racconta- utilizzando la possibilità ormai concessa anche in Italia di poter seguire contemporaneamente due corsi di laurea. Credo di essere stato il primo in Italia. Alla mia ultima discussione della tesi, per il conferimento del tredicesimo titolo, ero solo, nessun parente e nessun amico. Ho vestito il Tricolore, che era argomento scelto per una delle mie tesi. Mi trovo oggi emarginato, la gente mi allontana sempre di più, forse proprio perché ho 13 lauree. Sono disperato, ho bisogno di lavorare”.
Sergio si è anche spesso ritrovato in situazioni in cui, presentando il suo curriculum vitae, qualcuno ne abbia messo in dubbio la veridicità.
“Fino allo scorso anno- il suo racconto- ho gestito con mia madre, per 24 anni, un museo privato di oggetti d’epoca. Quando mia madre è morta, sono rimasto solo ed ho anche chiesto supporto al Comune di Canicattini, senza ottenere alcun riscontro. Non mi rassegno, però, non è possibile che in Italia essere in possesso di importanti titoli debba diventare un difetto. Non voglio andar via dal mio Paese, che ha tanto bisogno di persone capaci che possano occuparsi del patrimonio culturale”.
I suoi 13 titoli sono stati conseguiti all’Accademia delle Belle Arti di Catania. Sergio era un geometra prima di intraprendere il percorso universitario. “Lavoravo ma saltuariamente- dice ancora- Noi Carpinteri abbiamo una tradizione, siamo artisti, di derivazione spagnola. Quando abbiamo avviato l’avventura del museo è stato necessario impiegare per quest’iniziativa così preziosa tanto tempo e tutte le nostre energie. Sarebbe anche davvero un peccato se si lasciasse scomparire questa realtà. Accadrà, però, se non troverò un lavoro, una fonte di sostentamento dignitosa”.
Secondo Sergio “è spesso la politica ad ucciderti”. Ha tentato anche altre strade, nel tempo. “Sono in graduatoria per l’insegnamento- dice- sono sempre troppo in basso e nessuno mi ha chiamato nemmeno quest’anno. Ho anche provato la strada per il ruolo di collaboratore scolastico: nulla”.
Infine un appello che si fa ancora più preciso. “Potrei essere molto utile allo Stato, al Ministero dei Beni Culturali, al Papa, con lo Sportello che ha aperto. Se la Galleria Bellomo ha carenza di personale, inoltre- conclude Sergio Carpinteri- io potrei essere valida risorsa. L’ho studiata in maniera approfondita, la conosco a menadito”.

 

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