Servizi di supporto, attesa per 26 lavoratori. "Il Comune faccia pace con sè stesso"
Non sono teneri i sindacati con il Comune di Siracusa. Filcams, Fisascat e Uiltucs accusano Palazzo Vermexio di rivendicare, da una parte, nuove assunzioni ma che dall’altra mette a repentaglio 26 posti di lavoro provenienti dall’appalto di supporto all’amministrazione. Si tratta di lavoratori precedentemente impiegati nei servizi navette, manutenzione, facchinaggio affissione, montaggio palchi e front office, spiegano i sindacati. “Quello di Siracusa è un Comune che ha bisogno di fare pace con sè stesso, assumendosi delle precise responsabilità, specie dopo l’anno horribilis e l’odissea che il Comune ha generato da allora. Nessuna gara affidata, alcune nemmeno scritte e servizi sospesi del tutto”, si legge nella dura nota delle sigle di categoria di Cigl, Cisl e Uil.
“Non possiamo più accettare l’approssimazione sulle sorti di questi posti di lavoro da parte del Comune di Siracusa. Abbiamo necessità di dare risposte certe a questi lavoratori ed a queste lavoratrici e ci aspettiamo scelte celeri e certe da parte dell’amministrazione. Abbiamo l’obbligo di continuare con la mobilitazione fino a quando non saremo almeno presenti davanti ad un disegno chiaro e certo sulle soluzioni da mettere in campo, siamo stanchi di stare nel limbo possibilista delle ipotesi”, dicono i tre segretari di Filcams Cgil- Fisascat Cisl- Uiltucs, Alessandro Vasquez, Teresa Pintacorona ed Anna Floridia.
Alle porte l’ennesimo sciopero unitario, proclamato per domani 19 Maggio. “Fa rabbia sapere che in un momento cruciale per l’applicazione del pnrr, i dirigenti non hanno fin qui prodotto nulla sugli appalti che riguardano i servizi affidati ad Util Service e pensiamo che questo genererà ulteriore ingolfo della macchina amministrativa. Questo il frutto del vantato spezzatino al quale ci siamo sempre opposti e che il Comune fin qui non è stato comunque in grado di portare avanti, con le garanzie sui tempi dovuti e sulle modalità di salvaguardia reddituale ed occupazionale, costringendo il personale alla cassa integrazione da oltre un anno e non consentendogli certo al momento prospettive più rosee.”