Settore sociale, garantire i servizi con risorse pubblico-private: ipotesi al vaglio dei distretti
Risorse pubblico-private per co-progettare e co-programmare gli interventi di politiche sociali nel distretto socio-sanitario Augusta-Melilli. E’ una delle possibilità emerse per “salvare” il Welfare nel territorio.
Confronto positivo ieri tra il Comitato dei sindaci del distretto e i rappresentanti delle Centrali Cooperative. Un incontro richiesto dalle Centrali Cooperative (Agci, Confcooperative e Legacoop).Confcooperative Siracusa era rappresentata dal Presidente, Enzo Rindinella, dal Vice Presidente, Alessandro Schembari e dal Responsabile d’Area, Emanuele Lo Presti, mentre per Legacoop era presente il presidente (Sud Sicilia), Pino Occhipinti- e che fa seguito all’assemblea dello scorso 25 Ottobre, quando si sono riuniti nel salone della Cisl di via Arsenale gli “stati generali” del Welfare della provincia, con l’obiettivo di avviare un percorso comune di revisione del modello utilizzato fino ad oggi e che ha dimostrato la propria inadeguatezza. Il settore è regolamentato dalla legge 328. Condivisione è stata espressa dagli assessori alle Politiche Sociali di Augusta (capofila del comitato), Rosanna Spinitta e di Melilli, Giuseppe Corradino. Nei distretti socio-sanitari del territorio si comincia, dunque, ad entrare nel concreto. Nell’area nord della provincia, le criticità del settore sociale sono le stesse riscontrate negli altri distretti socio-sanitari locali: minori risorse disponibili rispetto al passato, minori finanziamenti e più tagli sul Welfare da parte dello Stato. “Da qui- commenta il presidente Rindinella- la necessità, ormai idea condivisa ampiamente, di ricorrere alla co-progettazione e alla co-programmazione. Le premesse ci sono ormai tutte e i tempi sono maturi. Questo orientamento comune lascia spazio a previsioni ottimistiche, secondo cui potremo passare, in un breve lasso di tempo, dalla teoria alla pratica. La strada tracciata è del resto l’unica possibile per salvare i servizi per il sociale e rilanciarli”.
Le linee guida della legge 328 parlano, infatti, della necessità di “costruire opportunità che consentano alle persone in condizioni di grave marginalità di recuperare benessere e autonomia, nonché per dar vita a un sistema di welfare organico in grado di anticipare la domanda e la programmazione dei servizi (affrancandosi da una logica emergenziale), di tracciare concretamente le direttrici di intervento, di stabilire una pianificazione territoriale, di individuare i livelli essenziali delle prestazioni sociali e le azioni di monitoraggio, di definire nello specifico le competenze tra gli attori istituzionali, gli enti pubblici e privati”.
L’idea è, insomma, quella di un “bilancio allargato”, in cui la spesa sociale sia organizzata con l’intervento del settore pubblico insieme ad aziende, cooperative, come fondazioni, in maniera integrata.