Sicurezza al Pronto Soccorso. Dopo la sparatoria di Avola, occhi puntati sull'Umberto I
Un uomo entra armato al pronto soccorso. E spara. E’ successo ad Avola ma poteva succedere in uno qualunque dei presidi sanitari della provincia di Siracusa. Ecco perchè torna attuale il tema della sicurezza al pronto soccorso di un ospedale. Tommaso Bellavia è il segretario generale provinciale del Siulp, principale sindacato di Polizia. Da diversi mesi si batte perchè sia garantita la presenza del posto di polizia quanto meno all’Umberto I di Siracusa. “E’ un presidio di sicurezza che non si può perdere. Capisco la necessità di risparmiare ma non lo si può fare in questo modo. Il presidio dell’Umberto I è stato già ampiamente ridimensionato. Prima lavorava 24 ore su 24. Adesso ci sono solo due agenti che si alternano per garantire il servizio dalle 8 alle 20, ma non c’è più nessun ispettore. E l’esperienza servirebbe, invece. Così succede che se uno dei due si ammala, il servizio è garantito solo al mattino”.
La presenza di quella divisa dovrebbe impedire che simili scene possano essere vissute anche nel caotico reparto siracusano di primo intervento. “E’ successo quello che è successo ad Avola. Pensate che il pronto soccorso di Siracusa è sempre più affollato e spesso in mezzo ci sono sbandati di tutti i tipi”, ricorda Bellavia. “Il presidio di polizia va rivalutato e questo episodio di cronaca ci da il termometro della situazione”.