Sin di Priolo, ridefiniti i confini: Siracusa in buona parte “liberata”
Ridefinito e sensibilmente ridimensionato il perimetro del SIN di Priolo per la parte che ricade nel territorio comunale di Siracusa. Il decreto 306 del 4 settembre del Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin, ridefinisce i confini e “libera” una fetta del territorio siracusano che per due decenni è rimasto assoggettato alle regole ed alle restrizioni previste per il limitrofo Comune di Priolo. Le aree SIN, com’è noto, sono quelle ritenute potenzialmente a rischio di inquinamento industriale e per questo tenute sotto controllo per legge. All’interno delle del Sin è vietato, per fare un esempio, condurre attività di scavo se non precedute da indagini e analisi di laboratorio su campioni di terra e acqua (dai costi elevatissimi). Il nuovo decreto stabilisce che per le aree “ricomprese finora nel perimetro del sito di bonifica di interesse nazionale “Priolo” e non incluse nel nuovo perimetro, la Regione Siciliana o l’Ente delegato subentra al Ministero dall’ambiente .Le risorse pubbliche statali stanziate per il sito di bonifica di interesse nazionale “Priolo” potranno essere utilizzate solo per interventi su aree comprese nel perimetro del medesimo sito, fatte salve le risorse già impegnate dalla Regione alla data di pubblicazione del nuovo decreto per attività ricadenti in aree non incluse nel nuovo perimetro del SIN”. Entrando nel dettaglio, il nuovo perimetro riguarda l’area che si estende dalla zona industriale alla Targia e poi nella zona a ridosso del Porto Grande, specificatamente quella in cui si trovano il Ciane e l’Anapo, che restano soggette a monitoraggio ma in quanto aree tutelate, non perché ritenute inquinate. Nel 2006, invece, all’interno del Sin era inclusa buona parte dell’area del Villaggio Miano, di Tremmilia, fino al mare. Questo rendeva indispensabile, per chi intendeva avviare delle opere, condurre preventivamente opere di caratterizzazione particolarmente costose. Anche il nuovo ospedale ricade in quella che era considerata area Sin e che con il nuovo decreto, invece, ne resta fuori. Negli anni sono state numerose le battaglie condotte contro una perimetrazione del 2006 del sito di interesse nazionale ritenuta inutile e dannosa. Il percorso verso la riperimetrazione sarebbe stato condotto anche su spinta di Arpa Sicilia.