Sindacati divisi sul futuro della zona industriale di Siracusa: Cgil senza Cisl e Uil

Il futuro della zona industriale di Siracusa è appeso ad un filo sottilissimo. E’ ormai chiaro a tutti che – tra crisi complessa, guerra e transizione – senza un intervento del governo centrale sarà arduo garantire i livelli attuali di occupazione e produzione. Anzi, si parla apertamente di chiusure e desertificazione perchè – si sa – anche Legambiente ha spiegato ai più convinti ambientalisti che le bonifiche sono opera mitologica, in particolare per quel che riguarda la parte pubblica.
Ma in una fase storica così dura, perchè i sindacati si sono spaccati? Ha senso presentarsi all’opinione pubblica ed alla politica divisi? Con quel credibilità per lo stesso movimento sindacale nel suo complesso? Difficile non rimanere spiazzati davanti ai distinguo ed alle differenze di vedute tra le sigle della triplice, mai così distanti (anche dai lavoratori). Questa mattina la Cgil ha dato vita alla sua assemblea generale. In solitario.
“Abbiamo lavorato sino alla fine perchè potesse esserci massima condivisione”, spiega il segretario regionale, Alfio Mannino. “Questioni organizzative e che esulano dalle dinamiche del territorio non ci hanno permesso di arrivare all’appuntamento in maniera unitaria. E così, altre valutazioni hanno portato alla convocazione in solitario di questa manifestazione. Le classi dirigenti sindacali di questo territorio – dice ancora Mannino – devono comprendere che stare dentro le dinamiche delle organizzazioni nazionali non è sempre utile. C’è da costruire una nuova coesione, meglio se si facessero prevalere le ragioni di questa vertenza e non altre…”, aggiunge sibillino quasi rivolgendosi agli assenti. “L’unione fa la forza. E noi continueremo a cercala ancora questa unione, consapevoli che dobbiamo costruire grandi alleanze, intanto nel mondo del lavoro e poi con il resto della società siracusana”, aggiunge il segretario regionale. La Cgil siracusana, invero, non ha perso le speranze di recuperare per strada gli altri storici compagni di viaggio: Cisl e Uil. “Se non arriveranno risposte concrete, sarà difficile trovare alternative alla mobilitazione generale”, taglia corto il segretario provinciale Roberto Alosi.
Quanto alla situazione del polo industriale di Siracusa, “nessuno immagini di azzerare l’apparato industriale siciliano. Una grande regione deve sempre avere presenza industriale. A Priolo c’era già crisi di prospettiva ben prima della guerra. Si era aperta una discussione col governo regionale per l’area di crisi industriale complessa, registriamo purtroppo il disinteresse del governo nazionale”, sintetizza Alfio Mannino.