Da Siracusa a Comiso in marcia per la pace. “Appuntamento simbolico ma importante”

Una folta delegazione partirà anche da Siracusa, il 4 Aprile prossimo, alla volta di Comiso, per partecipare alla manifestazione “Per una Sicilia e un Mondo di pace” promossa dal Coordinamento per la Pace, composto da associazioni, organizzazioni del mondo del lavoro, delle istituzioni, delle categorie professionali, della politica. Davanti alla sede della Cgil di Siracusa è previsto il raduno, con dei pullman che partiranno alla volta del centro della provincia di Ragusa dove, dopo quarant’anni dall’ultima grande manifestazione pacifista in Sicilia, ci si ritroverà per dire “no alla Guerra”, per parlare di disarmo e per “ribadire- come spiega Alessandro Acquaviva di ‘Effetti Collaterali’ – la necessità di abbassare i toni”.

“Un appuntamento di grande valore simbolico ma anche di grande significato politico- spiega Acquaviva- perché si inquadra in un contesto particolarmente complicato come quello attuale. L’idea di pacifismo che vogliamo portare in piazza è quello senza armi. Non di certo la pace armata, che è un’esperienza devastante che non possiamo più permetterci”.

La soluzione che il coordinamento chiederà a gran voce a Comiso sarà anche quella di “interventi strutturali per ridurre il gap culturale ed economico di alcuni popoli,  non di certo quella di spendere per costruire aerei o per darli alla Nato-continua Acquaviva- Saremo insieme anche a tanti esponenti del Terzo Settore- preannuncia il coordinatore di Effetti Collaterali- e in provincia stiamo lavorando anche su altri aspetti fondamentali per affrontare questo momento”.

A questo proposito è in programma un vertice con tutti i sindaci dei comuni della provincia di Siracusa, che si svolgerà mercoledì prossimo in modalità online- per creare un coordinamento finalizzato a dare risposte in termini di assistenza, aiuto materiale ed ospitalità da parte del settore privato sociale, da mettere a disposizione delle istituzioni”.

La disponibilità di tante famiglie che hanno messo a disposizione alloggi o seconde case libere per ospitare profughi ucraini in fuga dalla guerra è subito emersa in maniera chiara. Serve, adesso, tuttavia, comprendere bene le modalità di intervento. I sindaci hanno chiesto chiarimenti al Governo e i volontari si confronteranno con i primi cittadini per barcamenarsi, insieme, in questo contesto e individuare soluzioni.

“Condanniamo la brutale invasione di Putin ed esprimiamo la nostra solidarietà al popolo Ucraino-conclude Acquaviva- e alle famiglie delle vittime di guerra di entrambi gli schieramenti ,poiché, si sa, a pagare in guerra sono sempre i più poveri. Ma non condividiamo la scelta di chi intende utilizzare una tragedia per giustificare il riarmo indiscriminato di un Paese. Le tasse degli italiani -la sollecitazione- siano ,invece, destinate alla Sanità ,alla scuola pubblica ,alle case popolari e, in quota parte, alla ricostruzione dell’ Ucraina”.