Siracusa. Amministrative 2018, c'è il controricorso di Reale: "rivotare in 21 sezioni"
Tornare al voto in 21 sezioni su 123. Altre 12 da aggiungere alle 9 già indicate dal Tar di Catania. E’ quanto viene chiesto nel “controricorso” sulle elezioni amministrative del 2018 a Siracusa, presentato da Ezechia Paolo Reale lo scorso 30 dicembre.
Tecnicamente si chiama appello incidentale e il Cga dovrà tenerne conto nella camera di consiglio fissata per il 15 gennaio prossimo, quando i giudici amministrativi entreranno nel merito della complessa vicenda, discutendo del ricorso presentato da Francesco Italia dopo la pronuncia del Tar.
Come ricorderete, lo scorso 6 dicembre la Prima Sezione del Tribunale Amministrativo di Catania aveva riscritto il finale delle contestate elezioni amministrative del 2018. Venne dichiarata l’illegittimità delle operazioni elettorali in 9 sezioni (14, 20, 46, 61, 75, 95, 99, 116 e 123), disponendone l’annullamento. Annullati anche i verbali di ammissione al ballottaggio e quelli di proclamazione del sindaco Francesco Italia e dei consiglieri comunali perchè in quelle 9 sezioni, secondo il Tar, erano state violate “le regole poste a presidio della legittimità, trasparenza e regolarità della votazione e dello scrutinio”. I vizi denunciati da Reale assumerebbero in quelle 9 sezioni, si legge nella sentenza, “carattere sostanziale e pertanto invalidante, dando corpo a fondati sospetti in ordine alla attendibilità del risultato elettorale nelle stesse, non potendosi escludere, per esse, una non corretta utilizzazione delle schede elettorali ed in particolare di quelle autenticate”.
Pochi giorni dopo, il 10 dicembre, il Cga di Palermo accolse la richiesta di sospensiva di Francesco Italia, fissando la camera di consiglio per il 15 gennaio.
Nell’appello incidentale vengono elencate altre 12 sezioni in cui sarebbero emersi, secondo Reale ed il suo legale Antonio Catalioto, vizi tali da pregiudicare la validità delle operazioni di voto e di spoglio. Si tratta delle sezioni 2, 7, 9, 16, 28, 41, 57, 72, 76, 92, 96, 100 verso le quali il Tar avrebbe mostrato un atteggiamento prudenziale nella analisi che ha condotto alla sentenza del 6 dicembre. I “vizi” denunciati – in ordine sparso – sono schede mancanti, plichi senza sigilli, verbali incompleti, dati discordanti anche sul numero stesso dei votanti o “platealmente difformi dal vero”. Per questo viene reiterata la richiesta di annullare il risultato elettorale e la proclamazione degli eletti, dal sindaco ai consiglieri comunali.