Siracusa. Ancora sul Piano Paesaggistico, Morreale: “Non c’è bisogno di altro cemento”
“Non c’è bisogno di altro cemento a Siracusa”. Per il mondo ambientalista manca ogni presupposto per pensare anche solo di riaprire il dibattito sul Piano Paesaggistico ed i suoi vincoli di tutela. “Per decenni hanno costruito allegramente tutto quello che volevano, senza il rispetto di alcuna regola, e ancora vorrebbero continuare a farlo. Hanno versato asfalto e cemento nella maniera più selvaggia possibile, anche in aree di valenza archeologica, naturalistica e paesaggistica, distruggendoli per sempre, le loro betoniere non si sono fermate davanti a niente, nemmeno davanti al letto di un fiume (viale L. Cadorna, via Costanza Bruno), a una terme bizantina (v. Arsenale), a
una villa liberty (Via Tisia, via Necropoli Grotticelle, viale Scala Greca), a una costa meravigliosa
(Costa Bianca, Fanusa, Ognina, Fontane Bianche) a un mausoleo greco o romano (viale Teocrito, via Necropoli Grotticelle, riviera Dionisio il Grande), a un criptoportico romano (v. Giuseppe Di Natale, v. F. Mauceri), a una spiaggia dorata (Arenella, Fontane Bianche). Solo cemento e asfalto hanno saputo offrire…”, l’analisi di Fabio Morreale, esponente di Natura Sicula ed anima del cartello di associazioni ambientaliste Sos Siracusa.
“I bambini degli ultimi decenni hanno dovuto vivere tra orribili palazzi simili a giganteschi scatoli di scarpe, senza né arte né parte, e strade asfaltate. Non un parco urbano, un polmone verde, un bosco, un giardino, un’area destinata al sollazzo o ad attività ricreative. La qualità della vita alla quale stanno costringendo i cittadini aretusei a vivere è pessima. Per lo scriteriato consumo di suolo, ogni volta che piove è una tragedia. Asfalto e cemento hanno reso impermeabile una superficie enorme ove l’acqua non drena più ma si accumula e scorre veloce,
costringendo le strade a diventare fiumi che travolgono e allagano ogni cosa. Se nel passato tutto ciò è stato possibile, adesso basta!”, piazza duro Morreale.
Destinatari del suo messaggio? L’associazione dei costrutti edili, con il presidente Massimo Riili che nei giorni scorsi aveva parlato di “ambientalismo di maniera” e di “stupidità che deve far posto all’intelligenza”. “Rassegnatevi cari costruttori, adeguatevi al cambiamento altrimenti vivrete male, diventerete patologicamente nostalgici e anacronistici. Ormai esiste uno strumento pianificatore straordinario che da quando è entrato in vigore sta dando i suoi frutti: il Piano Paesaggistico Provinciale (PPP). Non ingessa il territorio ma lo fa sviluppare in modo sostenibile. Le aree costiere del Plemmirio, di Ognina/Fontane Bianche e dell’isola di Capo Passero si stanno salvando dal cemento e dalla speculazione grazie ai vincoli di tutela del PPP, quelli che
ovviamente non stanno bene a quella parte dell’Associazione Nazionale Costruttori Edili che vorrebbe tornare al passato”.
Ma così facendo non si rischia di mummificare il territorio? “No. Interpretando le esigenze del momento e studiando gli errori del passato, noi ambientalisti stiamo solo chiedendo il rispetto delle regole. Non è possibile
tollerare l’irrefrenabile voglia di continuare a versare cemento in una città che è cresciuta a dismisura
a livello urbanistico, malgrado abbia subito una contrazione demografica”.