Siracusa. Anfiteatro Romano coperto dalle erbacce un anno dopo il costoso restauro

 Siracusa. Anfiteatro Romano coperto dalle erbacce un anno dopo il costoso restauro

Un anno dopo il restauro costato 1,8 milioni di euro, l’anfiteatro romano è quasi nascosto dalle erbacce. Siamo nel parco archeologico della Neapolis, poco distante dal teatro greco. L’altro monumento simbolo dell’area archeologica siracusana giace dimenticato.
Le guide turistiche ammettono di provare vergogna quando accompagnano i gruppi in visita. Foto al degrado, del monumento poche tracce.
Nel 2013 venne ripulito egregiamente dai forestali. Lo scorso anno il restauro. Adesso, di nuovo, l’oblio. A rimboccarsi le maniche saranno ancora una volta i volontari. Tam tam via social network e appuntamento per tutti domenica 12 giugno a partire dalle 9 “davanti all’ingresso del Teatro Greco, con guanti sacchetti e zappetta per insegnare ai nostri politici come avere cura dei nostri beni e del nostro futuro”. Così si legge anche sulla pagina pubblica dell’evento.
Tra le adesioni c’è anche quella dell’ex assessore regionale ai Beni Culturali, Maria Rita Sgarlata. Fu lei a far ripulire l’area nel 2013 e fu sempre lei a calamitare i fondi europei per il restauro completato nel 2015.
Da cittadina, non nasconde la sua delusione e sorpresa per lo stato catatonico dell’anfiteatro. E dire che il lunedì pomeriggio il parco rimane chiuso, anche per manutenzione. Quale ancora non è chiaro. Le responsabilità? “Sono di Palermo, di una Regione che non ha capito come vanno gestiti i beni culturali”. Per la verità, la linea di Palermo è chiara. Il parco della Neapolis è una mucca da spremere. Ogni anno la Regione “incassa” i biglietti di Siracusa (quasi 4 milioni di euro, ndr) senza restituire nulla o quasi in servizi o compartecipazione economica. La stessa quota parte del 30% che spetterebbe al Comune è congelata da anni.
Perchè allora non copiare Agrigento? Lì il parco archeologico è “autonomo”, ovvero incassa e spende direttamente in loco, senza passare da Palermo. Servirebbe in primis l’istituzione del parco: percorso fermo per resistenze varie, “in primis dell’assessorato all’Economia a Palermo”, racconta la Sgarlata.
Anche su questo fronte Siracusa deve svegliarsi. Basta “mantenere” Palermo con il parco archeologico, si chieda con forza il completamento del percorso autonomista. Se i turisti scelgono Siracusa e non Palermo c’è un motivo. Se Palermo “spolpa” Siracusa, invece, di motivi non ce ne devono essere più.

 

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