Siracusa. Asilo di via Specchi, somme bloccate per il pagamento degli stipendi. "Siamo davvero stanche"
Una matassa sempre più difficile da dipanare. Le operatrici dell’asilo nido di via Alessandro Specchi sono , questa mattina, regolarmente al lavoro, ma entro poche ore, già nel primo pomeriggio, potrebbero decidere di occupare la struttura, come annunciato nei giorni scorsi. Le 15 lavoratrici dell’asilo non percepiscono lo stipendio da 17 mesi e hanno chiesto al Comune di individuare una soluzione che possa superare il problema. L’amministrazione comunale non può saldare alla cooperativa che gestisce la struttura le somme previste perché manca ancora il Durc, il documento di regolarità contributiva, senza il quale, per legge, il pagamento non può essere effettuato. A seguito di un tavolo tecnico, l’assessorato alle politiche sociali aveva annunciato la possibilità di seguire un’altra strada, ricorrendo alla legge Bassanini e erogando direttamente al personale gli stipendi arretrati. Una procedura che comporta l’interruzione del rapporto di lavoro, “che il 15 luglio verrebbe comunque meno, come ogni anno- puntualizza l’assessore Liddo Schiavo- Un ulteriore ostacolo è, però, nel frattempo sopraggiunto. Diverse lavoratrici, infatti, hanno presentato dei decreti ingiuntivi, che di fatto bloccano le somme al Comune”. Ci sarebbero ancora dei margini di dialogo, con la ricerca di altre soluzioni tampone. Nulla, però, di certo e probabilmente nemmeno di immediato. Per il prossimo anno scolastico, inoltre, si apre un’altra questione. La gestione degli asili nido passerà attraverso il bando europeo presentato nei giorni scorsi e in fase di pubblicazione. Il bando non prevede l’obbligo, per le imprese che si aggiudicheranno il servizio, di assorbire il personale precedentemente impiegato. Garantisce, però, 7 punti alle aziende che decideranno di farlo. “Siamo disperate- racconta un’operatrice della struttura- e soprattutto stanche. Di questa vicenda fanno le spese le nostre famiglie. Abbiamo serie difficoltà economiche e non sappiamo davvero come uscire da questa situazione”.