Siracusa. Cavadonna, carenza d’organico e rischio suicidi: “Al vaglio soluzioni””
Ospita 631 detenuti, di cui 312 appartenenti al circuito di alta sicurezza. La Casa Circondariale di Siracusa è per presenze, il secondo istituto della Sicilia, solo dopo quello palermitano del Pagliarelli. La struttura sconta un serio problema di organico, con 172 unità, 67 del Nucleo Traduzioni e Piantonamenti e 6 del gruppo operativo Cinofili. I turni di servizio sono massacrati. A dirlo è il direttore del carcere, Aldo Tiralongo. “Turni di servizio massacranti-spiega il direttore della Casa Circondariale- per assicurare da un lato le misure detentive a detenuti appartenenti a svariate consorterie criminali. Da cosa nostra siciliana alla mafia nigeriana, passando da quella romana. ‘Ndrangheta. Camorra. Sacra corona unita. Dall’altro lato per quella altrettanto necessaria attività di sostegno nei confronti di una popolazione detenuta per la massima parte composta da giovani, scarsamente scolarizzati se non anche analfabeti, provenienti da zone sociali economicamente depresse, con un crescente disagio psichico, con alto rischio suicidario o autolesionistico”. Tiralongo parla anche della missione al centro dell’attività svolta. “Sicurezza, sostegno e recupero- le parole chiave che usa- Occorre continuare nell’opera di ammodernamento della struttura. Abbiamo concluso un primo step con l’istallazione di nuovi sistemi antiscavalcamento ed antintrusione e di collegamento interno via radio. Il secondo step, già avviato, prevede l’automazione di tutti gli sbarramenti e la videosorveglianza estesa a tutto il perimetro interno ed esterno.Ma l’impegno maggiore concerne una trasformazione profonda del concetto stesso di custodia, che porta con sé un profondo rinnovamento culturale. La vigilanza dinamica. Intesa come un modo nuovo e moderno di concepire la custodia. Perché si abbandona il modello del posto fisso e del controllo face to face. Ogni piano di ogni reparto detentivo con un poliziotto penitenziario che in condizioni di solitudine e, quindi, di rischio, fa da vigilante, da custode.Quello che stiamo realizzando, una moderna sala regia centrale, delle sale regia per reparto, cancelli automatizzati, controllo remoto con una efficiente ed estesa video sorveglianza, sono i presupposti per giungere ad eliminare l’idea dell’agente di sezione, concettualizzando e rendendo praticabile al suo posto un servizio di pattuglia. Non più la sorveglianza della sezione -prosegue Tiralongo- ma il controllo del territorio penitenziario, mediante una pattuglia che si muove ed agisce in funzione delle possibili criticità, dei momenti di potenziale rischio, delle occasioni che possono arrecare nocumento all’ordine, alla disciplina ed alla sicurezza. Il bilancio e le prospettive saranno al centro di un incontro fissato per oggi pomeriggio alle 18 nel salone Borsellino di Palazzo Vermexio, nell’ambito del 202esimo annuario della fondazione della Polizia Penitenziaria. Nel corso della cerimonia saranno conferiti dei riconoscimenti ad alcuni agenti che si sono particolarmente distinti. Coinvolti nella cerimonia anche i ragazzi dell’Alberghiero di Palazzolo.