Siracusa come Milano, una mamma lancia Massamarmocchi: in bici a scuola sulle ciclabili
A Milano si chiama “Massamarmocchi” ed è ormai un’abitudine consolidata. E’ la mobilità scolastica ed è concentrata in zona Fiera. Adesso anche Siracusa potrebbe avere la sua Massamarmocchi. Questo, quantomeno, è quello che spera Chiara Pota, giovane mamma, milanese trapiantata nella città d’Archimede, che dopo avere testato le nuove piste ciclabili insieme al marito e al suo bimbo, ha lanciato un’iniziativa attraverso i social. L’obiettivo è mettere insieme genitori che vogliano utilizzare, con i loro figli, le ciclabili per raggiungere le scuole. La sua idea riguarda la zona alta, dove risiede, ma può essere ricalcata altrove, visto che il percorso è di 23 chilometri e collega pressochè tutta la città. “Credo che sia possibile- spiega Chiara- A prescindere da eventuali piccole criticità che possono essere facilmente superabili. Una ciclabile, se siamo in tanti, diventa più sicura perchè saremmo decisamente visibili. Sarebbe un vantaggio per tutti e anche per l’ambiente. Lasceremmo a casa le auto e inquineremmo meno. Non ci fermeremmo in coda, arriveremmo anche prima”. L’idea sembra piacere. Su Facebook è possibile contattare la promotrice e aderire all’iniziativa. L’auspicio è quello di vedere nascere una Massamarmocchi tutta siracusana. Non è escluso che si possa partire con giri domenicali per far conoscere ai più piccoli meglio la città. A Milano, anche nelle zone senza piste, funziona. L’iniziativa ha anche ottenuto dei riconoscimenti. Le piste ciclabili che vengono tracciate in queste settimane a Siracusa sono quelle che il Decreto Rilancio ha consentito di effettuare per incentivare l’utilizzo odi mezzi dolci. Un modo per agevolare la realizzazione di ciclabili, anche emergenziali, anche in maniera veloce, tempi brevi e costi ridotti, esattamente come fatto a Siracusa. Sono decisioni che concedono anche deroghe al Codice della Strada, nell’ottica anche dei pericoli legati agli assembramenti con il rischio Covid. Il Governo ha ritenuto di puntare maggiormente sulla mobilità dolce, che garantisce anche minori occasioni di contagio.