Siracusa. Coronavirus: "Nei cantieri edili operai vicini e senza protezioni", segnalazioni e timori

 Siracusa. Coronavirus: "Nei cantieri edili operai vicini e senza protezioni", segnalazioni e timori

Sono diversi i cantieri edili in cui, nonostante l’emergenza Coronavirus, il lavoro viene svolto come se nessuno corresse alcun pericolo e senza che sia rispettato quanto previsto dal decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Nessuna distanza di sicurezza, ad esempio, niente protezioni per i lavoratori che, stando alle immagini scattate in diversi luoghi del territorio, sarebbero sottoposti ad un serio rischio di contagio nel caso in cui i colleghi avessero contratto, magari senza saperlo, il Covid-19. I cantieri posso restare attivi. Nessuna delle misure adottate tra quelle restrittive riguarda, infatti, questo tipo di attività, che tiene certamente in moto un pezzo importante dell’economia. Occorre, tuttavia, tenerlo in piedi nel pieno rispetto di regole che hanno a che fare con la salute e con un pericolo fin troppo serio. Basta guardare i numeri per ricordarselo, semmai fosse necessario. Sul tema, in questi giorni, è intervenuto anche il coordinamento di Sos Siracusa.  “Mentre il mondo si ferma per l’emergenza COVID19- osserva il coordinamento delle associazioni ambientaliste – c’è chi va avanti senza sosta in barba ai dettami del recente DPCM in ordine alla distanza di sicurezza e utilizzo di DPI (mascherine)”. La richiesta è quella di un controllo capillare, rivolto agli organi competenti e al sindaco, Francesco Italia.  Il presidente di Ance, l’associazione dei costruttori, Massimo Riili, ricorda che “i cantieri non sono stati fermati e non deve accadere, ma occorre rispettare le distanze di sicurezza e i dettami previsti- fa presente- Il datore di lavoro e gli operai devono attenersi a tutto questo. E’ chiaro che se esistono casi in cui gli operai sono costretti a lavorare in condizioni di pericolo, si tratta di situazione assolutamente vietata. Il settore  sta soffrendo – aggiunge- Il materiale arriva a intermittenza. La mancanza di approvvigionamenti costringe a chiudere e quindi ad attingere alla cassa integrazione”.

 

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