Siracusa. Delitto Leone, la pista che porta ai lavori di casa
Ad uccidere Elvira Leone potrebbe essere stato qualcuno che conosceva le abitudini della donna, conosceva quella casa e cosa contenesse. E’ una delle ipotesi a cui lavorano gli inquirenti. Qualcuno che era probabilmente già stato lì dentro. Per lavoro. E’ una delle piste, dicevamo, non l’unica. Però è quella che potrebbe trovare prime conferme anche attraverso i risultati dei rilievi scientifici effettuati dai Ris sulla scena del crimine e dall’incrocio dei dati sin qui disponibili. Al momento non ci sono sospettati. A livello ufficiale, bocche cucite. La discrezione è massima.
E allora ci si muove nel campo delle ipotesi. Quella di una banda di stranieri sarebbe stata scartata, gli elementi non quadrerebbero. Gli inquirenti vogliono allora meglio comprendere il quadro relazione della donna, cercando di capire chi poteva avere accesso alla sua abitazione magari per via di una conoscenza anche indiretta. Le amiche, certo. Ma qui non c’è spazio per sospetti. E allora eventuale domestici, colf e poi idraulici, carpentieri, muratori. Negli ultimi mesi Elvira Leone si sarebbe avvalsa di personale di servizio, non sempre la stessa persona però. E nella sua abitazione sarebbero anche stati effettuati lavori edili di varia natura. Non è da escludere a priori che in uno di questi “incontri” lavorativi la vista di particolari “beni” possa aver stuzzicato la fantasia di un malintenzionato “occasionale”. I Carabinieri sarebbero a lavoro anche su questo fronte. L’attenzione rimane massima, sull’omicidio di Elvira Leone – che tanto ha scosso l’opinione pubblica siracusana – si vuole fare pinea luce.