Siracusa e i suoi porti, Di Sarcina: “Per crescere, l’ingresso in AdSP è la strada migliore”

C’è un vento favorevole che cresce attorno all’idea di estendere anche ai porti di Siracusa – il Grande e il porto rifugio – la governance dell’Autorità di Sistema Portuale della Sicilia Orientale. L’AdSp gestisce gli scali di Augusta e Catania e, più di recente, anche Pozzallo.
Per non rimanere isolata nelle politiche di sviluppo portuale e per evitare di rimanere “chiusa” a tenaglia dalle azioni coordinate degli scali a sud e a nord, Siracusa guarda con favore bipartisan alla possibilità. Ma servirà un’unità d’intenti che poche volte si è concretizzata a queste latitudini.
Francesco Di Sarcina è il presidente dell’AdSP della Sicilia Orientale e sull’adesione di Siracusa taglia corto: “è questione di volerlo o non volerlo”, dice intervenendo su FMITALIA.
“Bisogna capire che entrare in un’AdSP significa entrare in una struttura complessa, articolata, coordinata da un ente statale e non locale. Il che vuol dire che si ragiona con logiche nazionali e internazionali. Ad esempio, noi non ci occupiamo banalmente di cambiare lampadine o fare manutenzione. Siamo un ente che governa il porto, cerchiamo i traffici, studiamo le strategie di crescita e lo facciamo utilizzando le nostre risorse, tenendo ben presenti quelli che sono gli interessi dei singoli territori e del sistema nel complesso”, spiega Di Sarcina. “Se un porto vuole crescere, ambire a traguardi importanti come traffici e come ricadute occupazionali dirette e indirette, l’ingresso in AdSP è probabilmente la strada migliore. Se invece si vuole rimanere in una dimensione locale che fa bene le cose che sa fare, senza voglia di confrontarsi con realtà più complesse allora probabilmente non serve ingresso in AdSP”, aggiunge in termini generali ma con una considerazione che pare cucita addosso al caso Siracusa.
Al presidente dell’Autorità di Sistema Portuale della Sicilia Orientale chiediamo allora quel futuro immagini per i porti di Siracusa. “Premetto che mi sono dedicato a pensare a Siracusa solo come esercizio di stile, visto che sento questo dibattito animarsi. La mia oggi è una considerazione generale: la parte di Santa Panagia continuerebbe ad occuparsi di prodotti petroliferi finchè avrà forza di tirare, in sinergia con altri terminali che sono sotto la nostra regia commerciale ad Augusta. Nel porto Grande, invece, crociere. Penso però che debbano essere fatte in maniera tale da non devastare il territorio. Le navi da crociera di ultima generazione sono capaci anche di 4 o 5 mila passeggeri. Ecco – dice Di Sarcina – immaginare due grandi navi in contemporanea al Porto Grande con diecimila persone in Ortigia, non so se sia piacevole. Siracusa, a mio avviso, merita crociere di lusso con meno persone a bordo ma dall’alto potere spendente una volta a terra. Così non sarebbe neanche in contrapposizione con Catania e Pozallo, come avviene invece ora. Sarebbe una realtà integrata in un sistema più ampio”.
Il presidente Di Sarcina rivolge un pensiero anche agli attuali operatori portuali che si sentono minacciati dal possibile ingresso in AdSP. “Chi lavora bene, non deve temere nulla. E non credo che a Siracusa lavorino male. Dico di più, chi conosce il porto ha un vantaggio rispetto ad altri che in caso devono venire da fuori. L’AdSP vuole integrare al meglio le risorse locali, in caso le risorse esterne arrivano dopo e si integrano. L’Autorità non è un ente pubblico che si occupa di sostituire lampadine o torri faro. L’AdSP gestisce e sviluppa un piccolo territorio che si chiama porto, proponiamo vie di sviluppo. Ad Augusta oggi ricevo gli operatori del porto locali che mi vengono a proporre attività, ed io sono ben lieto di aiutarli”, racconta ancora Francesco Di Sarcina.
A questo punto, il tema principale per Siracusa: come fare ad entrare nel perimetro dell’Autorità di Sistema Portuale della Sicilia Orientale? Insomma, chi deve fare cosa? “Ci sono varie strade. Anzitutto, il porto è regionale e quindi occorre l’intesa con la Regione. Dopodiché, bisogna decidere”, dice Francesco Di Sarcina. “Una strada è quella di richiedere l’estensione della circoscrizione e deve partire dall’autorità portuale. Viene discussa in Comune, non per forza in Consiglio comunale. Serve quindi il parere della Capitaneria di Porto, del Libero Consorzio e della Regione. Solo se tutti sono d’accordo, il ministero avvia l’istruttoria. E’ una strada poco utilizzata perchè, come capite, è particolarmente lunga e farraginosa”. Ci sarebbe, allora, un percorso più agile, come quello seguito da Pozzallo. “Il percorso più veloce e diretto è quello parlamentare: un emendamento che permetta di finalizzare un desiderio politico condiviso. Ma ci vuole la volontà politica e quindi mi fermo perchè esula dalle mie competenze”.
Una delle preoccupazioni principali legate all’ingresso in AdSP è però quella che Siracusa perda “potere” nelle scelte per i suoi porti. “E’ un falso mito quello secondo cui Siracusa non avrebbe rappresentatività”, risponde fermo il presidente Di Sarcina. “Siracusa avrebbe un componente nominato dal sindaco nel comitato di gestione, proprio come Catania e Augusta. Pozzallo, ad esempio, non ha uno. E’ vero che non c’è simmetricità tra le competenze del componente di Siracusa rispetto a quello di Catania o Augusta. Il rappresentante indicato da Siracusa si esprimerebbe su argomenti relativi fondamentalmente ai suoi porti, mentre Augusta e Catania hanno parola su tutto il perimetro dell’AdSP, per una precisa scelta del legislatore che ha voluto favorire le città già sede di Autorità Portuale. Però, se si vedono gli argomenti su cui Siracusa alla fine non potrebbe intervenire, si vedrebbe che si riducono giusto ad un paio e di portata limitata. Inoltre siederebbe in comitato anche la Capitaneria di Porto di Siracusa mentre nel tavolo di partenariato ci sarebbe spazio pure per i rappresentati delle attività private, come Confindustria”.
Temi e passaggi sui cui Francesco Di Sarcina tornerà giorno 1 marzo, proprio a Siracusa, quando parteciperà ad una seduta aperta di Consiglio comunale, dedicata proprio al tema dell’ingresso dei porti del capoluogo nell’AdSP della Sicilia Orientale.