Siracusa. Eligia Ardita, un anno dopo. Il ricordo della sorella: "Credevo di impazzire"

 Siracusa. Eligia Ardita, un anno dopo. Il ricordo della sorella: "Credevo di impazzire"

Un nuovo, collettivo abbraccio per Eligia Ardita e la sua famiglia. Ad un anno dalla morte dell’infermiera siracusana momento di riflessione collettiva con la partecipazione anche del procuratore capo della Repubblica, Francesco Paolo Giordano, ed altre autorità cittadine.
Foto, fiori, messaggi e pensieri per la sfortunata Eligia, uccisa nella sua casa di via Calatabiano il 19 gennaio 2015. In carcere, reo confesso, il marito Christian Leonardi, in attesa del processo. Prima nella chiesa di viale Teocrito, poi nel salone del Santuario della Madonna delle Lacrime.
“Entrare in casa, vedere te distesa a terra, immobile, strana. Un colorito non tuo, non sei più tu!”. Inizia così lo struggente ricordo di Luisa, la sorella di Eligia. “Un istante, urla, disperazione, gridare il tuo nome. Eligia svegliati, svegliati, ti pregooo Dio dove sei? Aiutami!”. Confida il suo smarrimento, in quella maledetta sera del 19 gennaio 2015.
“È passato un anno, un anno senza di te. Un anno pieno di disperazione, panico, odio verso il vostro b****rdo assassino. E giorni che credevo di impazzire”.
“Desideravo solo essere felice con la mia famiglia”, continua Luisa Ardita, divenuta suo malgrado, grazie alla sua forza e dedizione, un punto di riferimento e di speranza per chi ha perduto ogni speranza. “Oggi dovrebbe essere un giorno come tanti, ma non lo è. Non so come si possa vivere con il rimorso d’aver ucciso. Dio non me le ritorna, ma deve dare giustizia per Eligia e Giulia. Loro volevano solo vivere”.

 

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