Siracusa. Fa caldo, i turisti scappano dal museo Paolo Orsi: poca aria condizionata
L’eccezionale ondata di calore degli ultimi giorni, con temperature anche oltre i 40 gradi, ha letteralmente messo in fuga i turisti che avevano deciso di visitare il museo Paolo Orsi. Troppo caldo nelle sale, a causa di una climatizzazione quasi assente. Boccheggianti, solo i più intrepidi hanno completato il percorso espositivo. La gran parte dei visitatori di questi ultimi giorni, invece, ha girato i tacchi e trovato rifugio in luoghi freschi.
Di questi accadimenti c’è traccia spulciando i commenti lasciati negli ultimi giorni sul guest book del museo. Alcuni degli sfortunati turisti hanno contattato la nostra redazione. Come Antonella, ex ricercatrice del Cnr che ora si occupa di perizie archeologiche con un master in crimini contro il patrimonio culturale. Insieme alla sorella aveva deciso di regalarsi una passeggiata tra i preziosi reperti esposti al Paolo Orsi. “Siamo arrivate fino al sarcofago di Adelfia e poi non ce l’abbiamo fatta più…”, racconta. “Faceva più caldo nelle sale che fuori. Impossibile così visitare il museo. Un ambiente inospitale che rende impensabile la fruizione degli ambienti”, taglia corto.
Il direttore Calogero Rizzuto non nasconde il problema. “Dei ripetuti abbassamenti di tensione hanno mandato gli impianti in protezione, specie quelli di climatizzazione. Non è operazione semplice ogni volta rimetterli in funzione. Sono state giornate di caldo eccezionale e abbiamo sofferto”, ammette con grande onestà. “La conformazione del museo, poi, non ci aiuta. C’è troppa dispersione termica. Non abbiamo alternative, dobbiamo metterci a lavoro per innalzare gli standard, come ci chiedono anche i visitatori”, spiega ancora. E in effetti nel suo taccuino ci sono appunti per una profonda ristrutturazione del museo: “nuova moquette, nuovo impianto di illuminazione, climatizzazione ed efficientamento energetico”.
Per non farsi trovare impreparato, ha già dato le prime indicazioni per la predisposizione di progetti di ammodernamento. In questa fase di transizione – non ha ancora i pieni poteri da direttore del parco autonomo e quindi anche sul museo – bisogna muoversi seguendo le linee del passato, non tra le più veloci. Ma la volontà è quella di far presto.
Il gran caldo, intanto, non metterebbe a rischio i tanti e preziosi reperti esposti. Qualche preoccupazione potrebbe sorgere per i materiali utilizzati per i restauri, collanti che potrebbero cedere e far rovinare in terra “pezzi” di vasi e suppellettili. Una evenienza che gli stessi specialisti considerano però remota.