Siracusa. La prefettura e la questura vietano i blocchi dei "Forconi"
“No” del prefetto, Armando Gradone , sulla scorta di quanto deliberato in sede di conferenza interprovinciale delle Autorità di P.S. su espresse indicazioni fornite dal Ministero dell’Interno, ai blocchi stradali con le modalità ipotizzate dal movimento dei Forconi nei punti nevralgici della rete stradale urbana ed extraurbana e nei siti industriali della provincia di Siracusa ritenuti di particolare valenza ambientale. Il questore, Mario Caggegi, riscontrando che i presidi chiesti dal movimento dei Forconi rientravano tra quelli vietati, ha notificato ai rappresentanti del movimento il divieto assoluto di tenere qualsiasi forma di protesta in tali aree in tutto il periodo intercorrente dalle 22 dell’ 8 dicembre alle 24 del 13 dicembre.Verranno quindi istituiti specifici servizi di osservazione e vigilanza finalizzati al rispetto delle prescrizioni impartite. La questura rimarca come “il solo preannuncio di siffatta iniziativa di protesta già ha suscitato in larga parte della popolazione e delle categorie produttive della provincia una generalizzata preoccupazione, testimoniata da numerose istanze qui formalmente prodotte da enti ed associazioni pubbliche e private, che, pur condividendo il disagio economico espresso nelle motivazioni del preavviso, hanno ribadito la necessità che la manifestazione non incida negativamente nel libero esercizio dell’attività economica e nella sicurezza degli impianti. Chiunque contravverrà al divieto, creando disagi ed intralci nelle località scelte per la manifestazione di protesta o negli altri siti vietati dal Prefetto, ostruendo in qualunque modo l’accesso ai caselli autostradali e in qualunque altro luogo di libero transito, sarà ritenuto penalmente e civilmente responsabile anche dei danni arrecati”. Appello anche alla cittadinanza, affinchè “orienti il proprio comportamento al senso civico di responsabilità, evitando al contempo inutili allarmismi, ricordando che il diritto costituzionale di manifestare liberamente il proprio pensiero non può in alcun modo comprimere o limitare la libertà di movimento e di circolazione dei cittadini”.